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Produzione di energia rinnovabile, i tassi di crescita tradiscono il clima

Misurato per la prima volta con precisione il tasso di crescita massimo delle energie rinnovabili in 60 grandi economie mondiali. I trend tradiscono completamente il target dell'accordo di Parigi sul clima

Produzione di energia rinnovabile
Foto di Free-Photos da Pixabay

Studiate le dinamiche di crescita nazionale dell’energia eolica e solare ai target sul clima

(Rinnovabili.it) – La produzione di energia rinnovabile aumenta ogni anno, riuscendo a segnare nuovi record anche in tempi di pandemia. Eppure nelle più grandi economie mondiali, quelle in grado di spostare vistosamente l’ago della bilancia climatica, i trend di crescita sono completamente fuori rotta. Lo rivela oggi un gruppo di ricercatori della Chalmers University of Technology e della Lund University in Svezia e della Central European University di Vienna, in Austria. Il team ha analizzato i tassi di sviluppo dell’energia eolica e solare in 60 Paesi, scoprendo che praticamente nessuna nazione si sta muovendo abbastanza velocemente per allineare lo sforzo energetico verde alla lotta climatica.

Questa è la prima volta che il tasso di crescita massimo nei singoli paesi è misurato con precisione”, spiega Jessica Jewell, Professoressa della Chalmers University of Technology. “E mostra l’enorme portata della sfida di sostituire le fonti energetiche tradizionali con le rinnovabili, nonché la necessità di esplorare diverse tecnologie e strade”.

Cosa chiedono gli esperti climatici al mondo

Il Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (IPCC) ha identificato alcuni scenari energetici compatibili con i target dell’accordo di Parigi, ossia mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5°C o 2°C. La maggior parte di questi scenari prevede una crescita molto rapida dell’elettricità rinnovabile: in media circa l’1,4% della fornitura totale annuale a livello mondiale sia per l’energia eolica che per quella solare. Raggiungendo persino un più 3% negli scenari più ambiziosi per il fotovoltaico. Peccato che allo stato attuale, rivelano i ricercatori, una crescita così rapida è stata possibile solo per pochissimi Paesi.

Misurare e prevedere l’aumento della produzione di energia rinnovabile non rappresenta un compito facile. Le tecnologie delle green energy non crescono, infatti, in maniera lineare ma seguono una curva a S. La traiettoria all’inizio accelera in modo esponenziale, poi si stabilizza su una crescita lineare per un certo lasso di tempo, e alla fine rallenta quando il mercato si satura.

Abbiamo escogitato un nuovo metodo: utilizzare modelli matematici per misurare la pendenza della curva a S, ovvero il tasso di crescita massimo raggiunto nel suo punto più ripido. È un modo completamente nuovo di guardare alla diffusione delle nuove tecnologie”, afferma Jewell.

Produzione di energia rinnovabile, cosa stiamo sbagliando?

Analizzando le 60 più grandi nazioni al mondo, il gruppo ha scoperto che il tasso di crescita massimo per l’energia eolica onshore è in media dello 0,8% della fornitura totale di elettricità all’anno e dello 0,6% in media per il solare. Valori molto più bassi rispetto agli scenari dell’IPCC. Una crescita sostenuta più rapida del 2% all’anno per l’eolico e dell’1,5% per il solare si è verificata solo in paesi più piccoli come Portogallo, Irlanda e Cile. 

È probabile che un aumento rapido sia più facile da ottenere in paesi più piccoli e omogenei, piuttosto che in grandi sistemi diversi”, ha aggiunto la scienziata. “Tra i paesi più grandi, solo la Germania è stata finora in grado di sostenere una crescita dell’energia eolica onshore paragonabile a scenari di stabilizzazione climatica mediana“, afferma Aleh Cherp, professore presso l’Università dell’Europa centrale e l’Università di Lund. “In altre parole, per rimanere in linea con gli obiettivi climatici, il mondo intero dovrebbe costruire energia eolica alla velocità con cui la Germania ha costruito turbine di recente. Potrebbero esserci limiti alla velocità di espansione dell’eolico e del solare e quindi dovremmo analizzare sistematicamente la fattibilità di altre soluzioni climatiche, in particolare per le economie asiatiche in rapida crescita come l’India e la Cina”.