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Produttori di turbine eoliche: Goldwin, Envision e Vestas sul podio

Produttori di turbine eoliche

via depositphotos

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BNEF pubblica il 2023 Global Wind Turbine Market Shares

(Rinnovabili.it) – Fino al 2021 le aziende europee hanno dominato quasi incontrastate il vertice della classifica dei grandi produttori di turbine eoliche a livello globale. Poi la Cina ha definitivamente compiuto il sorpasso. Non sorprende pertanto sapere che oggi la stessa lista risulta colonizzata dal gigante asiatico, con ben 6 aziende inserite in top-ten. La classifica appartiene al rapporto 2023 Global Wind Turbine Market Share, elaborato da BloombergNEF (BNEF) per monitorare il mercato degli aerogeneratori. Quello che salta subito all’occhio sono i numeri da record: lo scorso anno la capacità eolica globale è cresciuta di ben 118 GW, di cui 107 GW a terra e la restante quota in mare. Il valore totale, in netto rialzo sulle performance 2022, deve gran parte del merito all’aumento degli impianti eolici in Cina, che giustificano – in parte – anche le nuove posizioni in classifica.

La classifica dei primi 10 produttori di turbine eoliche

La cinese Goldwind ha mantenuto la sua posizione di principale produttore di turbine eoliche al mondo grazie ad una fornitura 2023 di 16,4 GW (il 95% dei quali destinato nel suo mercato interno). Al secondo posto Envision Energy, un altro operatore della Repubblica popolare, con una fornitura di aerogeneratori per 15,4 GW totali. In terza posizione con 13,4 GW troviamo la danese Vestas, l’unico produttore europeo a resistere sul podio, di cui tuttavia deteneva il primo posto fino al 2021. Seguono in ordine Windey (Cina), Mingyang (Cina), GE (USA), Sany (Cina), Siemens Gamesa (Germania), Nordex (Cina), Dongfang Electric (Cina). 

“Non sorprende che i produttori cinesi di turbine dominino i primi cinque nella nostra classifica, poiché la realizzazione di progetti su scala gigawatt e la fine delle restrizioni pandemiche hanno fatto impennare le installazioni lo scorso anno”, ha spiegato Cristian Dinca, analista eolico di BNEF e autore principale dello studio. “Ma questi attori fanno ancora molto affidamento sul loro mercato interno, con il 98% di tutte le loro aggiunte di capacità che arrivano nella stessa Cina”. 

Cina vs UE, la sfida dell’industria eolica

Il focus sulla crescita interna, tuttavia, potrebbe non durare per sempre ed è ben evidente un primo trend espansionistico che preoccupa l’industria europea, ancora in difficoltà per mancanza di accesso alle materie prime, inflazione e prezzi aumentati. L’Unione europea è passata al contrattacco con una strategia ad hoc – il Piano d’Azione UE per l’Energia Eolica – e nonostante i primi buoni risultati, una valutazione complessiva appare prematura. Nel frattempo le aziende con sede in Cina, forti di un’offerta del 20% più economica dei produttori occidentali, hanno ricevuto nel 2023 commissioni per 1,7 GW di progetti in 20 mercati esteri, tra cui cinque Stati membri dell’UE. Quasi il triplo dei mercati 2018. Tra gli operatori cinesi Goldwind ha registrato la maggiore presenza estera con una fornitura di ben 748 MW, seguita da vicino da Envision con 561 MW. 

“Il boom registrato in Cina lo scorso anno nasconde una tendenza preoccupante, poiché altrove le nuove aggiunte sono state solo dell’8% in più rispetto al 2022”, ha aggiunto Oliver Metcalfe, responsabile della ricerca sull’energia eolica presso BNEF. “Tuttavia ci sono segnali che la crescita accelererà. Un aumento degli ordini di turbine negli Stati Uniti mostra l’impatto precoce dei nuovi sussidi previsti dall’Inflation Reduction Act del paese, mentre un boom di approvazioni di progetti in paesi come la Germania suggerisce che la riforma europea delle autorizzazioni sta funzionando”.

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