Power Purchase Agreement, dopo 2 anni di turbolenza arriva la stabilità
Quale momento migliore per investire nell’energia pulita nel Vecchio Continente? Ora che i problemi con le catene di approvvigionamento possono considerarsi lontani e che gli effetti finanziari degli alti tassi di interesse sembrano aver allentato la morsa, la transizione energetica è più allettante. Lo dimostrano prima di tutti i prezzi dei PPA Rinnovabili, acronimo di Power Purchase Agreement, contratti di compravendita energetica a lungo termine. Dopo l’impennata del 2022, lo strumento ha imboccato una strada in discesa e nel primo trimestre 2024 ha mostrato un calo medio del 5% nei prezzi offerti in Europa. Con un segno meno più evidente nel settore fotovoltaico rispetto a quello eolico.
I dati appartengono al nuovo rapporto di LevelTen Energy, operatore del più grande mercato PPA del mondo, il cui indice dei prezzi P25 rappresenta il 25° percentile dei prezzi che gli sviluppatori offrono nei Power Purchase Agreement.
“Dopo anni di turbolenza e di aumento dei prezzi del PPA, i mercati energetici europei sembrano finalmente raggiungere un periodo di relativa stabilità, con anche una leggera tendenza al ribasso”, ha affermato Plácido Ostos, Direttore, European Energy Analytics presso LevelTen Energy. “Ma questa tendenza potrebbe invertirsi. La domanda di elettricità crescerà e permane una certa incertezza normativa. Ad esempio, stiamo vedendo il potenziale per una maggiore supervisione da parte del governo sulla fornitura di componenti fotovoltaici. Tutti questi fattori potrebbero avere un impatto nel prossimo futuro. La relativa stabilità del momento attuale rende questo il momento opportuno per gli acquirenti per andare sul mercato”.
I prezzi dei PPA rinnovabili in Europa
Fotovoltaico – Nel complesso il settore ha risposto alle tendenze ribassiste che hanno finalmente raggiunto anche il mercato elettrico all’ingrosso. L’indice P25 mostra che i prezzi dei PPA fotovoltaici sono scesi in media del 5,9% con tagli più evidenti in paesi come la Germania (meno 12,7%), la Svezia (meno 13,2%) e la Spagna (meno 10,5%). In questo caso un ruolo chiave l’ha svolto anche il low cost solare cinese che ha raggiunto i mercati europei, per altro già parzialmente saturi a livello di scorte di magazzino. Secondo Otos, in un futuro non troppo lontano le eventuali misure protezionistiche messe in campo dall’Europa potrebbero alzare il costo dei pannelli fotovoltaici e con esso anche i prezzi dei contratti di compravendita a lungo termine. Unica eccezione al trend in corso: la Romania, dove i prezzi del solare P25 sono aumentati dell’8,6%.
Eolico – Al pari di quanto registrato nel fotovoltaico, anche l’eolico nel primo trimestre 2024 ha lasciato un segno meno. Per la precisione meno 4,3%. Tuttavia in generale, lo sviluppo del comparto rimane impegnativo e l’offerta dei PPA limitata. “Ma il settore eolico in Europa presenta ragioni per un cauto ottimismo“, sottolinea l’Analista. “Nonostante il mercato dei PPA eolici si trovi ad affrontare un’offerta ridotta a causa della disponibilità limitata di terreni e della concorrenza delle aste governative, si registra una tendenza notevole verso iniziative politiche volte ad alleviare i punti di attrito, tra cui la razionalizzazione dei processi di autorizzazione e la risoluzione dei vincoli fondiari. Promette bene anche il pacchetto sull’energia eolica dell’UE con un ampio sostegno da parte dell’industria nei prossimi anni”.
Leggi qui il rapporto sui prezzi PPA rinnovabili in Europa