Presentato a Roma lo studio dell’Anev. In Italia ci sono 950 MW sfruttabili tramite la tecnologia off-shore e 400 MW con il minieolico
(Rinnovabili.it) – Mentre il governo italiano si appresta a rilasciare la nuova SEN, il documento programmatico delle mosse nazionali in campo energetico, c’è chi oggi prova a calcolare in che modo il vento sia in grado di contribuire agli obiettivi 2030. Anev ha presentato ieri lo studio sul potenziale eolico italiano sfruttabile nei prossimi 13 anni. Secondo il documento, in questo lasso di tempo, il Bel Paese può raggiungere 17,15 GW eolici, un bottino di energia pulita, capace non solo di ridurre la dipendenza dalle importazioni, ma anche di rilanciare l’economia nazionale.
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La situazione di partenza sono però quei 9,25 GW di capacità che risultavano istallati in Italia a fine 2016: tutti impianti a terra con un gap non indifferente rispetto nel PAN 2010 (mancano all’appello ben 2,750 GW). Riuscire a mettere a frutto l’intero potenziale eolico italiano richiede dunque uno sforzo aggiuntivo, sia a livello dell’amministrazione centrale che di quelle locali. Sforzo che deve tuttavia tenere conto delle peculiarità e sensibilità del territorio nazionale. Il calcolo effettuato dall’Anev ha preso in considerazione la presenza di determinati limitazioni, quali ad esempio le aree naturali protette, i vincoli ambientali – paesaggistici e archeologici o la distanza dalla costa per le turbine marine (imponendo un valore minimo di 4 km alla riva).
Un capitolo a sé è l’impatto visivo degli aerogeneratori, uno degli elementi più frequentemente criticati. In questo contesto nasce il progetto del “buon eolico”di Anev, che obbliga i suoi associati a seguire una serie di disposizioni prima dell’istallazione e al termine del ciclo di vita delle turbine, in maniera da minimizzare gli impatti visivi e garantire il completo ripristino del territorio al momento della dismissione.
Il potenziale eolico italiano, benefici ambientali e sociali
Dei 17,15 GW ottenibili per il 2030 – pari a una produzione di 36,46TWh – lo studio calcola che 950 MW dovranno essere ottenuti tramite la tecnologia off-shore e 400 MW con il minieolico (Leggi la guida di Rinnovabili.it “Minieolico senza segreti“).
A livello regionale gli obiettivi di sviluppo maggiori apparterrebbero a Puglia, Campania, Sicilia, Sardegna e Calabria, ai quali il documento affianca anche il dato occupazionale. Il raggiungimento di tale obiettivo, spiega ancora l’Anev, consentirebbe di risparmiare quasi 50 milioni di barili di petrolio, di evitare la produzione di 9 mila tonnellate di polveri, di evitare la produzione di circa 25 milioni di tonnellate di CO2, oltre 75 mila tonnellate di NOX e 55 mila tonnellate di SO2.