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Piano Energia-Clima, Italia bocciata su aste e permessi per l’eolico

Piano Energia-Clima
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I nodi allo sviluppo eolico nel Piano Energia-Clima italiano

(Rinnovabili.it) – Quanto si svilupperanno nel medio termine le energie rinnovabili europee? Per saperlo basta leggere i PNIEC, i Piani Nazionali Integrati Energia e Clima elaborati dagli Stati Membri. In questi documenti sono riportate le singole strategie di decarbonizzazione 2030, che delineano obiettivi di efficienza energetica, rinnovabili, taglio delle emissioni e interconnessioni. Ad oggi quasi tutti i Paesi Ue hanno consegnato il proprio Piano Energia-Clima alla Commissione Europea (all’appello manca solo l’Irlanda) e WindEurope ha colto l’occasione per analizzare gli strumenti inseriti nei PNIEC a favore dello sviluppo eolico.

Nel dettaglio l’associazione, che rappresenta i produttori di energia dal vento in Europa, ha valutato i documenti sulla base di sei elementi cruciali per il settore, quali: 

Se gli impegni dei PNIEC saranno realmente rispettati, entro il 2030 l’Europa avrà installato 339 GW di nuova capacità eolica; 268 GW saranno turbine a terra e 71 GW gli impianti offshore. Ciò rappresenta un aumento significativo rispetto le installazioni odierne che ammontano a 169 GW.

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Complessivamente, la maggiorate dei Piani include un discreto livello di visibilità sui futuri programmi d’asta e una buona strategia di elettrificazione. Uno dei problemi principali riguarda, invece, il lato autorizzativo. La stragrande maggioranza dei paesi non menziona nel proprio Piano Energia-Clima quali misure saranno prese per facilitare i permessi ai nuovi progetti e quelli di repowering. Tra questi, c’è anche l’Italia che viene ripresa anche sul fronte delle aste.

“L’energia eolica può costituire la spina dorsale sia di una ripresa ecologica che della decarbonizzazione 2050. Se l’UE non riuscirà a ottenere i giusti iter autorizzativati, mancherà i suoi obiettivi energetici e climatici. L’agevolazione dei permessi – spiega Giles Dickson, ceo di WindEurope – è quasi del tutto assente nei Piani presentati. L’Europa deve risolvere questo problema con urgenza. È necessario rimuovere regole di blocco ingiustificate. Le procedure di valutazione ambientale per i nuovi progetti devono essere semplificate e chiarite. I progetti approvati necessitano di maggiore certezza del diritto. Non è accettabile che i semplici impianti eolici onshore richiedano 5 anni e più per essere validati”.

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