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Polonia: la statale PGE abbandona il nucleare per l’eolico offshore

La compagnia energetica controllata dallo Stato si sfila fuori dal primo progetto nucleare della nazione: troppe difficoltà e ritardi

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La statale PGE realizzerà una centrale da 1 GW nelle acque baltiche

 

(Rinnovabili.it) – La PGE (Polska Grupa Energetyczna), la compagnia energetica controllata dal governo polacco, si tira fuori dalla realizzazione della prima centrale atomica del Paese. Un addio con cui avrebbe messo in chiaro le sue intenzioni: nel futuro della società c’è l’eolico offshore su cui la società aveva già puntato gli occhi. A marzo di quest’anno, infatti, il gruppo aveva annunciato per la prima volta un progetto eolico nelle acque del Mar Baltico del valore di 10 miliardi di dollari: l’idea è realizzare un impianto da 1 GW di capacità a 32 km da Łeba nella zona economica esclusiva polacca.

Il cambio di marcia è piuttosto significativo per una nazione il cui settore del vento è letteralmente crollato in questi anni. A rilanciarne le ambizioni fuori costa è stato lo stesso Governo, la cui politica energetica cerca oggi di smorzare leggermente la potenza del carbone a favore dell’ “energia pulita”.  Di qui l’apertura a rinnovabili e nucleare.

 

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In realtà Varsavia ha promesso a più riprese di difendere il settore carbonifero, ma si trova fra le mani l’arduo compito di cercare alternative che gli permettano di raggiungere gli obiettivi climatici dell’Unione Europea. Prima delle elezioni, il partito conservatore Diritto e Giustizia (PiS) aveva presentato delle leggi realizzate ad hoc per impedire nuovi investimenti nelle centrali eoliche a terra e in mare, con il preciso obiettivo di salvaguardare il settore del carbone. Ma a marzo di quest’anno ha cambiato atteggiamento proponendo una norma – tuttora in discussione al Parlamento – che rendesse più facile la costruzione delle turbine eoliche a livello nazionale.

 

In attesa di sapere chi prenderà il posto della PGE nei piani atomici della Polonia (si vocifera possa essere l’azienda petrolifera PKN Orlen), l’energia del vento sembra la favorita rispetto all’atomo. Secondo quanto riportato da una fonte governativa, la PGE, promotrice inizialmente sia dei nuovi reattori che della wind farm marina, non sarebbe in grado di finanziarli entrambi. La scelta sicura è caduta sull’offshore visto le minori difficoltà legate a progetto.

 

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