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Parchi eolici offshore ibridi, servono reti HVDC multi-terminale

Il progetto InterOPERA, finanziato dall'UE, definirà i futuri standard di interoperabilità per le reti che collegano le centrali eoliche in mare a più paesi fungendo anche da interconnettori fra i mercati

Parchi eolici offshore ibridi
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Cosa sono i parchi eolici offshore ibridi interconnessi?

(Rinnovabili.it) – Quando alla fine del 2021 l’impianto eolico Kriegers Flak è entrato in funzione, ha definito immediatamente un nuovo punto di arrivo per le centrali rinnovabili marine. Il progetto, 605 MW realizzati nelle acque danesi del Mar Baltico, rappresenta infatti il primo esempio di parco eolico offshore ibrido interconnesso. Cosa significa? Che a differenza di tutti gli altri progetti mai realizzati in mare, Kriegers Flak fa parte di una interconnessione da 400 MW tra Danimarca e Germania. La soluzione ha due vantaggi: l’energia prodotta può essere trasmessa al paese con la domanda e il prezzo più elevati (nei limiti della capacità di rete), migliorando l’economia dell’impianto stesso; anche in assenza di produzione eolica, i mercati di Danimarca e Germania possono sfruttare la rete per scambiarsi energia.

Il sistema di connessione doveva essere in corrente continua, ma il convertitore offshore si è rivelato proibitivo ed è stata invece scelta la corrente alternata. Ma oggi c’è chi sta lavorando per garantire che i futuri parchi eolici offshore non incontrino questo problema. Si tratta del progetto europeo InterOPERA (“Enabling interoperability of multi-vendor HVDC grids”). L’iniziativa unisce oltre 20 partner europei, tra cui l’italiana Terna, con l’obiettivo di rendere interoperabili e compatibili le reti a corrente continua ad alta tensione (HVDC) multi-terminale. E di migliorare le capacità di grid forming dei convertitori offshore e onshore. 

Per un futuro interconnesso

Come spiega WindEurope, che guiderà la comunicazione del progetto e la diffusione dei risultati, i futuri sistemi HVDC saranno modulari. Grazie alle specifiche funzionali comuni e alle interfacce standard, i moduli basati su tecnologie diverse e i moduli forniti da diversi produttori saranno in grado di interagire senza soluzione di continuità e operare insieme.

Una mission importante se si considerano i piani europei di sviluppo delle rinnovabili in mare. Ad oggi il Vecchio Continente ha fissato obiettivi a medio e lungo termine per una capacità complessiva di 450 GW eolici offshore al 2050. Secondo la stessa WindEurope un terzo di questo valore potrebbe arrivare da parchi eolici offshore ibridi interconnessi. D’altra parte diversi Paesi hanno già annunciato collaborazioni di questo tipo. Si attendono progetti simili al Kriegers Flak tra Paesi Bassi e Regno Unito; Belgio e Regno Unito; Danimarca e Germania; Danimarca e Belgio; Estonia e Lituania.

Lo sviluppo su larga scala dell’energia rinnovabile offshore sarà essenziale per raggiungere gli obiettivi climatici ed energetici dell’Unione europea e per ridurre la nostra dipendenza dalle importazioni di energia”, ha commentato Eric Lecomte, responsabile delle politiche presso la Commissione europea. “Le tecnologie HVDC interoperabili che saranno dimostrate dal progetto InterOPERA costituiranno un fattore chiave per la connessione seriale di questi parchi alla rete elettrica europea”.