Studiare gli effetti aerodinamici dei grandi parchi eolici offshore è ancora una sfida per l’industria del vento
(Rinnovabili.it) – Lo sfruttamento del vento in mare aperto è divenuto in Europa (e non solo) una delle più promettenti tecnologie di generazione rinnovabile. Ma la corsa verso la piena maturità del settore potrebbe aver lasciato qualcosa indietro: gran parte degli effetti aerodinamici dei parchi eolici offshore più grandi non sono stati compresi appieno. A fornire nuove informazioni sul tema è oggi uno studio pubblicato sul Journal of Renewable and Sustainable Energy (testo in inglese) di questa settimana. La ricerca è frutto di un gruppo di scienziati della Cranfield University e dell’Università di Oxford, autori di un modello teorico in grado di stimare con maggiore precisione gli effetti aerodinamici delle torri degli aerogeneratori sulle prestazioni complessive delle centrali offshore.
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Anche i grandi parchi eolici offshore al pari di quelli a terra affrontano un effetto di blocco, in cui il vento rallenta mentre si avvicina alle turbine, così come un effetto di scia, in cui le turbine rallentano la velocità del vento mento questo vi passa attraverso. Tuttavia, prevedere con precisione tali caratteristiche prima della realizzazione del progetto è ancora una sfida aperta per l’industria.
Usando e “migliorando” quello che viene chiamato “metodo di bilanciamento del momento accoppiato su due scale”, il gruppo è stato in grado di ricostruire teoricamente e computazionalmente le condizioni che i grandi parchi eolici offshore potrebbero affrontare in futuro, incluso l’effetto di smorzamento determinato dal posizionamento delle turbine, una prossima all’altra.
Una caratteristica chiave del documento, ha spiegato l’autore Lun Ma, è che la ricerca guarda oltre il rotore degli aerogeneratori. “In questo documento, abbiamo preso in considerazione l’influenza delle torri delle turbine eoliche che fungono da strutture di supporto, elemento che è stato ignorato nei modelli originali”, ha dichiarato Ma. “Pertanto, essenzialmente, il nuovo modello ci aiuta a comprendere il potenziale impatto di questi elementi sull’effetto di blocco del parco eolico”.
Il team ha condotto simulazioni utilizzando la fluidodinamica computazionale per verificare la teoria e oggi si sta concentrando sulla valutazione di come l’effetto di blocco cambi con le condizioni meteorologiche.
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