Fibra di vetro addio. In Massachusetts l’ultimo grido per l’eolico saranno presto lame realizzate in polimeri “bio”, facili da reciclare
Il compito affidato al gruppo di scienziati non è di quelli visti tutti i giorni. L’obiettivo infatti è di realizzare nuove lame sostituendo le più tradizionali resine epossidiche e fibra di vetro con materiali sostenibili e bio-derivati. “In sostanza, la grande maggioranza delle pale è realizzata in materiali compositi che contengono grandi quantità di resine a base di petrolio, e alla fine della loro vita, sono molto difficili da riciclare”, spiega Prof. Christopher Niezrecki , ricercatore principale per il progetto e membro del Wind Energy Research Group (WERG) al Massachusetts Lowell. “Le lame esauste vengono smaltite in discarica, bruciate come combustibile per generare elettricità o fatte a pezzi e usate come filler nelle costruzioni”.
Le precedenti ricerche sui polimeri a base “bio” hanno portato allo sviluppo di nuovi materiali termoplastici più sostenibili, ma generalmente inadatti per i severi requisiti delle applicazioni eoliche. “I nostri sforzi si stanno invece concentrando su resine epossidiche termoindurenti derivati dall’olio vegetale, una materia prima non-tossica, sostenibile e facilmente disponibile per ridurre al minimo il consumo di energia e i costi in fase di produzione”, continua Niezrecki, aggiungendo che il lavoro permetterà inoltre di recuperare facilmente i materiali. Se la ricerca avrà successo, la tecnologia sarà applicabile non solo alle turbine, ma anche per qualsiasi prodotto fatto in fibra di vetro, come barche, piscine, vasche da bagno e sedie.