La rapida crescita dell’eolico ha bruciato i tempi di formazione professionale determinando nelle richieste del settore un gap annuale di ben 7.000 lavoratori specializzati
A mettere in luce la profonda carenza oggi esistente nel comparto del vento è il nuovo rapporto redatto dall’Europea Wind Energy Association (EWEA) dal titolo “Workers wanted: The EU wind energy sector skills gap”. La relazione mostra come l’industria eolica del Vecchio Continente possa svolgere un ruolo chiave nella lotta contro la disoccupazione. Entro il 2030 il comparto avrà infatti, bisogno di circa 50.000 nuovi lavorati qualificati e i lavori di gestione e manutenzione delle wind farm diventeranno, in assoluto, la più voce occupazionale.
Ad oggi tuttavia la domanda di professioni qualificati da parte dell’industria eolica è ben lontana dall’essere soddisfatta. L’EWEA stima che ogni anno manchino all’appello circa 7mila lavoratori qualificati che potrebbe salire addirittura a 15mila entro il 2030 se il numero di laureati interessati a “lavorare con il vento” non dovesse salire. A complicare la questione è anche il tipo di formazione ed istruzione impartite: in ritardo rispetto sviluppi tecnici nel settore e focalizzata maggiormente sulla teoria piuttosto che sulla pratica e la capacità di problem solving.