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L’occupazione nel settore energetico supera i livelli pre covid

occupazione nel settore energetico
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 Il rapporto della IEA sull’occupazione nel settore energetico

(Rinnovabili.it) – Il 2022 non è un anno facile per l’energia. Eppure, nonostante sfide vecchie e nuove, il comparto continua ad assumere nuova forza lavoro. Al punto da stare registrando in questi mesi la più rapida crescita occupazionale degli ultimi anni. Lo riferisce l’Agenzia Internazionale dell’energia IEA pubblicando la prima valutazione in assoluto dei posti di lavoro a livello globale. Il documento offre uno sguardo approfondito sul comparto, con analisi per regione e tecnologia. E mostra come l’occupazione nel settore energetico si sia finalmente ripresa dalle difficoltà introdotte dalla pandemia, superando addirittura i livelli pre Covid-19 con oltre 65 milioni di impiegati.

Il trend è stato trainato per lo più dalle assunzioni nel campo delle rinnovabili. Per la precisione l’occupazione nell’energia pulita ha superato la quota del 50% degli occupati totali nel settore energetico. Al contrario, il comparto degli idrocarburi stenta ancora a riprendersi dal calo registrato nel 2020, nonostante il boom di assunzioni legate ai nuovi progetti di GNL.

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“I paesi di tutto il mondo stanno rispondendo all’attuale crisi cercando di accelerare la crescita delle industrie di energia pulita locali. Le regioni che faranno questa mossa vedranno un’enorme crescita di posti di lavoro”, ha affermato il direttore esecutivo della IEA, Fatih Birol. “Cogliere questa opportunità richiede lavoratori qualificati. Governi, aziende, rappresentanti del lavoro ed educatori devono unirsi per sviluppare i programmi e gli accreditamenti necessari per coltivare questa forza lavoro e garantire che i posti di lavoro creati siano posti di lavoro di qualità in grado di attrarre una forza lavoro diversificata”.

Cina, il più grande “datore di lavoro” al mondo

Il rapporto sull’occupazione nel settore energetico fornisce anche altri dati interessanti. Più della metà dei posti di lavoro si trova nella regione Asia-Pacifico. Ciò riflette la rapida espansione delle infrastrutture energetiche nella regione e l’accesso a manodopera a basso costo che ha consentito l’emergere di centri di produzione essenziali sia per i mercati locali che quelli di esportazione. La sola Cina rappresenta il 30% della forza lavoro globale nel settore dell’energia.

E ancora. Circa il 45% dei lavoratori energetici mondiali svolge occupazioni altamente qualificate, rispetto a circa il 25% dell’economia in generale. Alcune aziende di combustibili fossili stanno riqualificando internamente i lavoratori per posizioni in aree “green”, in modo da trattenere i talenti o mantenere la flessibilità in caso di necessità.

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La crescita dell’occupazione nel settore energetico si affiderà alle rinnovabili anche in futuro. In tutti gli scenari dell’Agenzia, infatti, i green job sono destinati ad aumentare, superando il calo dei nei combustibili fossili. Nello scenario Zero emissioni nette al 2050, entro il 2030 verrebbero creati 14 milioni di nuovi posti di lavoro nel settore dell’energia pulita, mentre altri 16 milioni di lavoratori convertirebbero il loro ruolo dal mondo fossile a quello verde.

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