Dal WWF un'analisi approfondita della situazione sull'energia eolica nell'UE. Il rapporto conclude che allo stato attuale solo 10 Stati membri hanno presentato piani di sviluppo eolico compatibili con l'impegno a mantenere il riscaldamento globale entro 1,5°C di aumento.
On line lo studio “Blowing in the wind”
(Rinnovabili.it) – “Le ambizioni degli Stati membri per lo sviluppo dell’energia eolica sono sostanzialmente in linea con l’obiettivo RED III, almeno sulla carta. La domanda è se saranno in grado di soddisfarlo. E anzi se lo supereranno, perché il target in questione è ben al di sotto di quanto necessario per limitare il riscaldamento climatico a 1,5°C”. Con queste parole Arnaud Van Dooren, responsabile delle politiche climatiche ed energetiche presso di WWF Europa, ha presentato il nuovo studio “Blowing in the wind“, analisi approfondita degli obiettivi eolici dei Ventisette.
Il documento mostra un buon allineamento delle promesse nazionali con il target per le rinnovabili inserito nella nuova Direttiva RED III, ossia raggiungere entro il 2030 il 42,5% di energia pulita nei consumi a livello comunitario. Ma pur dando per buono che tali promesse siano mantenute, lo scenario cambia completamente se il metro d’analisi è quello climatico. A fare da cartina tornasole è in questo caso lo scenario PAC (Paris Agreement Compatible) per le infrastrutture energetiche, che prevede tre punti focali affinché l’Europa tenga fede all’Accordo sul Clima di Parigi: una riduzione del 65% delle emissioni di gas serra entro il 2030; zero emissioni nette di gas serra entro il 2040, una fornitura 100% rinnovabile entro il 2040.
Obiettivi eolici reali, promessi e necessari
Secondo l’analisi del WWF attualmente solo 10 Stati membri hanno presentato piani di sviluppo eolico compatibili con lo scenario PAC e quindi in grado mantenere il riscaldamento globale entro 1,5°C di aumento. Parliamo dell’Italia con la sua ambizione da 26.9 GW eolici al 2030, l’Austria, il Belgio, la Danimarca, la Germania, l’Irlanda, i Paesi Bassi, il Portogallo, la Lituania e la Svezia. In alcuni casi gli obiettivi eolici promessi superano addirittura quelli necessari allo scenario PAC 2030. É il caso, ad esempio, del Portogallo (+10 GW rispetto allo scenario) o della Germania (+34,1 GW).
Meno bene Francia, Grecia, Lussemburgo e Spagna che mirano ad avere una quota di energia eolica pari al 70%-90% del livello previsto nello scenario PAC. Per Bulgaria, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Estonia, Finlandia, Ungheria, Lettonia, Malta, Polonia, Romania, Slovacchia e Slovenia si parla invece di una quota al di sotto del 70%. In particolare Bulgaria e Repubblica ceca sono i paesi che appaiono più indietro nel confronto tra impegno promesso e impegno necessario.
Serve un approccio olistico
In linea generale il documento mostra che gli Stati membri dovrebbero triplicare l’attuale livello annuale di distribuzione eolica, da 16 GW installati nel 2022 a 44 GW nel 2030. E WWF ritiene che ciò possa essere raggiunto solo attraverso una pianificazione olistica per la natura e le persone. “Se vogliamo espandere rapidamente l’energia eolica riducendo al minimo l’impatto sulle comunità e sulla natura, allora è fondamentale una pianificazione tempestiva ed efficace che consideri in parallelo il clima, la natura e gli obiettivi sociali”, ha spiegato Van Dooren. “L’attuale tendenza dell’UE ad accelerare i processi di autorizzazione esentando i progetti rinnovabili o le tecnologie pulite dalle norme ambientali è la strada sbagliata da percorrere. L’espansione delle energie rinnovabili richiede una pianificazione olistica, altrimenti potremmo finire per avere un impatto sulla natura stessa e sulle persone che cerchiamo di proteggere”.