Dal progetto europeo Swip nuovi modelli di turbine adatte al contesto urbano e un programma per calcolare la produttività dei siti
(Rinnovabili.it) – Il grattacielo Razor di Londra è stato uno dei primi edifici al mondo a incorporare unità di mini eolico nella sua struttura. I progettisti hanno integrato tre piccole turbine, ognuna con una capacità nominale di 19 kilowatt, nel tetto della torre, sostenendo che potessero generare fino all’otto per cento dell’energia richiesta dall’edifico. A conti fatti però l’operazione sembra essere stata più verosimilmente un espediente pubblicitario che un’efficace trovata tecnologica. Nonostante Razor superi di gran lunga l’attuale normativa britannica in materia di sostenibilità, i tre aerogeneratori non sono stati in grado di mantenere le promesse e, spesso e volentieri, non sono altro che una scultura immobile. “Dal momento che sono così visibili, turbine eoliche inefficaci danneggiano la reputazione della tecnologia” spiega il fisico Mark Runacres, ricercatore alla Vrije Universiteit di Bruxelles, in Belgio. “Ogni volta che vedo una turbina che non si muove, penso che rappresenti davvero una cattiva pubblicità”.
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Lo scienziato è nel team che sta conducendo SWIP, progetto comunitario nato per sviluppare e convalidare soluzioni innovative nel mini eolico urbano. I partner, provenienti da dieci paesi europei, stanno collaborando per migliorare la competitività di questa tecnologia, favorendone l’integrazione e la distribuzione nelle aree urbane e peri-urbane. Questo significa disegnare nuove soluzioni che affrontino i principali ostacoli che oggi frenano il mercato dell’eolico su piccola scala: turbolenze, rumori, vibrazioni, aspetto estetico, costo della tecnologia, sicurezza, accettazione sociale e, soprattutto, valutazione delle risorse.
Il progetto SWIP ridisegna il mini eolico urbano
Il progetto sta sviluppando tre diversi prototipi da integrare in tre diversi scenari (edifici, bagnasciuga e zone industriali), offrendo soluzioni scalabili che rispondano a tutte le esigenze dei consumatori. Inoltre, il progetto si propone di migliorare le attuali metodologie per la valutazione della risorsa eolica in aree urbane e peri-urbane, riducendo l’errore RMS (errore quadratico medio) nelle stime della velocità del vento fino all’8%.
“Una delle sfide più grandi è capire dove installare la turbina eolica, proprio in termini di produttività”, conferma Leo Subías, del Centro Ricerche spagnolo CIRCE, partner di SWIP. “Il vento in ambiente urbano è turbolento e si possono presentare grandi differenze tra due – o più – luoghi relativamente vicini l’uno all’altro.” Il flusso d’aria che colpisce il mini eolico urbano è influenzato dalla forma dell’edificio, dalla distanza da tetto e pareti, dalle dimensioni dei parapetti e dal terreno. Per questo motivo il team di ricercatori sta mettendo a punto un programma di calcolo che tenga conto di tutti questi fattori, permettendo all’utente di prevedere la reale resa di un sito.