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Sul mercato delle turbine eoliche sventola la bandiera USA

Tortuoso il percorso che aspetta l’industria eolica da qui al 2020. A guidare gli investimenti mondiali saranno gli Stati Uniti grazie al credito d’imposta

Sul mercato delle turbine eoliche sventola la bandiera USA

 

(Rinnovabili.it) – Come per il comparto fotovoltaico, anche per l’industria eolica i prossimi anni saranno fonte di grandi cambiamenti. Nella sua nuova analisi di settore, GlobalData analizza il mercato mondiale delle turbine eoliche per tracciare i prossimi trend produttivi e finanziari. Secondo gli analisti, l’industria degli aerogeneratori si troverà di fronte un percorso fatto di alti e bassi nei prossimi cinque anni.

 

Il mercato è destinato a crescere in maniera progressiva fino al 2019, arrivando ad un volume d’affari di oltre 81 miliardi di dollari a livello mondiale (oggi siamo di poco sopra i 76.54 miliardi) per poi scendere bruscamente a 71 miliardi nel 2020. Ma a cosa è dovuto questo andamento a singhiozzo?  Gli sviluppi tecnologici hanno aperto la strada ad attrezzature e macchinari più efficienti e potenti, rendendo il vento una delle fonti più affidabili nel mercato energetico globale. La crescita costante del settore eolico fino al 2019 sarà alimentata in parte da questi miglioramenti, che stanno determinando un calo dei costi di produzione, unitamente alle crescenti preoccupazioni ambientali.

 

Una parte da leone la giocheranno però, gli incentivi finanziari, primo fra tutti il credito d’imposta alla produzione (PTC) degli Stati Uniti. Ed è proprio a quest’ultimo fattore che è legato il crollo degli investimenti. Spiega Swati Gupta, autore del report: “Nonostante la crescita iniziale anno su anno durante il periodo di previsione, alla scadenza di crediti PTC degli Stati Uniti nel 2020, il mercato delle turbine eoliche subirà un impatto negativo sia a livello di installazioni che di valore di mercato”.

Il programma di credito d’imposta degli Stati Uniti, prorogato dal Congresso USA nel dicembre 2015, opera attraverso un sistema di riduzione progressiva: fino al 2016 ha pagato 23 dollari per MWh, innescando una serie di riduzioni incrementali del valore fino a gennaio 2020, anno i cui il sistema terminerà. In termini di quota di mercato regionale, la Cina continuerà a dominare il settore per tutto il periodo di previsione, e sarà responsabile per il 26% del mercato nel 2020, parecchio avanti al secondo posto in classifica, occupato dalla Germania, con il 10% del mercato.