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Legambiente invita il Governo ad approvare l’eolico offshore

eolico offshore(Rinnovabili.it) – Più eolico offshore e meno petrolio. Questo il rinnovato appello di Legambiente al Governo Renzi affinchè vengano sbloccati i progetti per la produzione di energia elettrica a basso impatto ambientale a largo delle nostre coste.

“È arrivato il momento che il Governo sblocchi la situazione dei troppi progetti di eolico off shore fermi in Italia. Inaccettabile che si accolgono a braccia aperte progetti di nuove estrazioni petrolifere e si fermino quelli da fonti rinnovabili” ha dichiarato Legambiente.

Nonostante in questi anni siano stati presentati 15 progetti per la realizzazione di impianti eolici offshore, il Governo continua a non mostrare interesse mentre negli stessi luoghi ipotizzati per l’istallazione di pale eoliche. Si sta invece paventando l’ipotesi di nuove piattaforme petrolifere. Una scelta che l’associazione ambientalista ha definito miope e controproducente visto che andrebbe ad aumentare il danneggiamento ambientale e l’inquinamento.

Differente, fa notare Legambiente, la situazione europea, dove continuano a sorgere nuovi impianti fuori costa per la produzione di energia elettrica senza emissioni. “Oltre 5.000 MW complessivi, con 58mila posti di lavoro creati -, e una prospettiva di arrivare a 40 GW al 2020 capaci di soddisfare almeno il 4% della domanda elettrica europea, anche per i continui miglioramenti tecnologici e di produzione” si specifica nella nota stampa.

L’appello di provvedere ad un #cambiaverso alle politiche per il Mediterraneo e l’energia arriva direttamente dalla Goletta Verde che ha presentato il dossier “Trivelle SI, Eolico off-shore NO. Da Taranto a Termoli, da Gela a Manfredonia tutte le barriere all’eolico in mare e il via libera alle trivelle”.

 

“Senza ipocrisie è arrivato il momento che Renzi e i suoi Ministri si esprimano sull’eolico off-shore – dichiara Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente – Il premier dovrebbe dare il via libera al decreto Sblocca-Italia proprio in questi giorni e gli abbiamo in più occasioni segnalato cosa davvero serve al Paese per aprire nuove e significative prospettive di sviluppo. A partire proprio dalle rinnovabili, il cui contributo nel 2013 in Italia è stato pari al 33% dei consumi complessivi, attraverso un mix di fonti diverse e un sistema sempre più distribuito. Continuare in questa crescita è possibile e nell’interesse dell’Italia e dell’ambiente, per fermare i cambiamenti climatici. L’eolico off-shore può contribuire in questo mix di produzione pulita. Purtroppo, invece, nelle scelte fino ad oggi di Governo si sta scegliendo una strada completamente diversa, quella del via libera al petrolio e tasse e barriere contro le fonti rinnovabili, come purtroppo è avvenuto con il fotovoltaico con il Decreto Spalma-incentivi. Eppure le stesse stime del ministero dello Sviluppo economico calcolano che le riserve di petrolio presenti nei fondali marini italiani coprirebbero il fabbisogno nazionale per sole 7 settimane. I vantaggi per le compagnie petrolifere sono più che evidenti, visto che in Italia trovano una sorta di Eldorado con royalties bassissime, ma quali sono quelli per il nostro Paese e quali i rischi ambientali per l’intero Mediterraneo? Noi proponiamo un’idea diversa: fare del Mediterraneo un  laboratorio di innovazione energetica pulita, accessibile e distribuita”.

 

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