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La Rspb investe nell’eolico per salvare la fauna selvatica

L'associazione per la protezione degli uccelli installerà, entro il 2013, una turbina eolica presso la propria sede nel Bedfordshire, nell'intento di ridurre le proprie emissioni di carbonio del 80% entro il 2050

(Rinnovabili.it) – La Royal Society for the protection of birds (Rspb) del Regno Unito ha annunciato, nei giorni scorsi, di voler realizzare un piccolo impianto eolico presso la propria sede a Sandy, nel Bedfordshire. Impegnata a ridurre le proprie emissioni di carbonio, la Rspb ritiene che investire nelle fonti rinnovabili sia uno strumento essenziale nella lotta ai cambiamenti climatici, oggi tra le maggiori minacce alla sopravvivenza di uccelli e animali selvatici. Secondo dati scientifici si presume, infatti, che entro il 2050 potrebbe estinguersi circa un terzo delle specie terrestri soprattutto a causa delle emissioni di gas climalteranti. Se il sito dovesse risultare idoneo alla realizzazione del progetto, la Rspb, in collaborazione con Ecotricity, installerà entro l’autunno 2013 una turbina eolica in grado di generare circa due terzi dell’intero fabbisogno elettrico dell’Associazione ambientalista. Grazie al progetto verranno prodotti infatti circa 2.360 MWh l’anno, mentre i consumi energetici complessivi dei vari uffici della Rspb corrispondono a circa 3,500 MWh l’anno.

Martin Harper, Direttore Conservazione dell’associazione, ha dichiarato a tal proposito: “Siamo desiderosi di promuovere l’uso dell’energia eolica senza provocare impatti inaccettabili per la fauna selvatica. Abbiamo bisogno di una rivoluzione nel modo nella produzione e nell’impiego dell’energia – ma vogliamo che la rivoluzione avvenga in armonia con l’ambiente naturale. Speriamo che apponendo una turbina eolica presso la nostra sede nel Regno Unito, dimostreremo agli altri che con un’accurata valutazione ambientale, e una corretta pianificazione e progettazione, le energie rinnovabili possono andare di pari passo con un ambiente sano e fiorente”. Il progetto fa parte della strategia aziendale dell’associazione che mira alla riduzione delle proprie emissioni di CO2 del 3% l’anno, con un obiettivo a lungo termine pari al 80% entro il 2050.