Un team della Katholieke Universiteit Leuven sta studiando il modo di migliorare controllo delle interazioni tra impianti eolici di grandi dimensioni e strato limite atmosferico
(Rinnovabili.it) – Con il riconoscimento del decisivo ruolo giocato dall’energia eolica all’interno del portfolio energetico mondiale, le wind farm hanno iniziato a ricoprire superfici sempre più ampie aprendo le porte a parchi di capacità superiori addirittura al GW.
In passato, l’ingegneria delle fattorie eoliche era concentrata su un approccio bottom-up, in cui si considerava la disponibilità vento atmosferico in relazione al clima e alla meteorologia della zona. Tuttavia, ora si è a conoscenza che le istallazioni di grandi dimensioni rallentano lo strato limite atmosferico (l’atmospheric boundary layer o ABL), vale a dire quella porzione di atmosfera dove l’influenza della superficie sottostante è rilevante per la dinamica, riducendo di conseguenza la disponibilità di vento all’altezza del mozzo della turbina, in alcuni casi fino al 50%.
Per risolvere il problema, la Katholieke Universiteit Leuven (KU Leuven) in Belgio è al lavoro su ACTIVEWINDFARMS, progetto finanziato dall’Unione Europea e mirato a sviluppare una tecnologia di controllo ottimale per l’interazione degli aerogeneratori con l’ABL. ACTIVEWINDFARMS è guidato dal professor Johan Meyers, dell’ateneo belga e ha ricevuto dal CER (Consiglio europeo della Ricerca) una sovvenzione valore di 1,5 milioni di euro nell’ambito del Settimo programma quadro. Gli scienziati stanno attualmente effettuando simulazioni su piattaforme di supercalcolo impiegando singole turbine come attuatori di flusso con velocità delle pale regolabili. Il risultato non sarà parchi eolici progettati per reagire in modo ottimale alla turbolenza atmosferica, bensì un sistema in grado di controllare attivamente le condizioni dell’atmosfera con l’obiettivo di aumentare la potenza e ridurre i costi.