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Da IRENA il nuovo Atlante eolico preciso al km

Da IRENA il nuovo Atlante eolico preciso al km

 

(Rinnovabili.it) – Continua il lavoro di IRENA, l’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili, sul fronte della mappatura delle fonti energetiche verdi. E dopo il Sole, è la volta del vento, protagonista del suo nuovo Global Wind Atlas. Versione rinnovata del precedente atlante eolico, la piattaforma on line è stata realizzata grazie alla collaborazione tra l’Agenzia e l’Università Tecnica della Danimarca (DTU). Motivo dell’aggiornamento, quello di riuscire a fornire dati e statistiche più dettagliate sul potenziale globale dell’energia eolica. Prima di questa versione, infatti, le informazioni erano a disposizione del pubblico con una risoluzione di dieci km (o anche più in alcuni casi), portando di fatto ad una sottostima del potenziale sfruttabile. E di conseguenza ad un aumento del rischio e dei costi per i pianificatori.

 

Ora invece, il Global Wind Atlas mappa le risorse eoliche con una risoluzione fino a un chilometro. “L’energia eolica potenzialmente sfruttabile in tutto il mondo è molta, ma i costi iniziali delle misurazioni al fine di determinare le migliori posizioni per i progetti, costituisce un ostacolo in molti paesi”, ha spiegato il direttore generale IRENA, Adnan Z. Amin. “Il nuovo Global Wind Atlas fornisce questi dati necessari direttamente e gratuitamente, rendendosi uno strumento innovativo per aiutare i progettisti”. L’atlante fornisce mappe virtuali che mostrano la velocità del vento a tre diverse altezze, e strumenti per generare ed esportare i dati e le statistiche, come le rose dei venti e le distribuzioni delle velocità su un’area prescelta. “Il rilascio del Global Wind Atlas dimostra il sostegno della comunità internazionale all’espansione dell’energia rinnovabile come arma per affrontare il cambiamento climatico globale, incrementare l’accesso all’elettricità e stimolare lo sviluppo economico”, ha aggiunto il ministro danese per l’Energia e il Clima, Lars Christian Lilleholt. Il progetto è stato finanziato dalla Danimarca come parte del suo impegno nei confronti del processo Clean Energy Ministerial (CEM).

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