Nel 2017 record di investimenti rinnovabili, con ben 351 miliardi spesi nelle green energy
(Rinnovabili.it) – L’energia pulita non ha mai perso il suo appeal, neppure durante la prima ondata della pandemia. Ma per raggiungere l’obiettivo più ambizioso dell’Accordo di Parigi sul clima, gli investimenti rinnovabili dovranno essere incrementati. Triplicati per la precisione.
A fare i conti è ancora una volta l’Agenzia Internazionale IRENA che, in collaborazione con Climate Policy Initiative (CPI), ha pubblicato ieri l’edizione 2020 del Global Landscape of Renewable Energy Finance. Il documento presenta i principali trend finanziari globali emersi tra il 2013 e il 2018, dividendoli per regione e settore. Sebbene il quadro che restituisce sia a prima vista incoraggiante, i dati suggeriscono che la comunità internazionale ha ancora molta strada da fare per raggiungere la sicurezza economica e climatica.
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Nel dettaglio, nei primi 5 anni, il mondo ha speso circa 1,8mila miliardi di dollari nelle energie pulite; con un picco di 351 miliardi registrato nel 2017. Nel 2018 gli investimenti rinnovabili sono leggermente diminuiti, con una crescita modesta fino al 2019. In realtà, dietro questo apparente frenata, vi è la maggiore economicità delle tecnologie di produzione verde. Diminuiscono i costi, calano le risorse necessarie per realizzare gli impianti.
E nel 2020 i trend del settore si sono ovviamente scontrati con la pandemia globale. “La tendenza degli investimenti rinnovabili prima del COVID-19 era positiva“, ha affermato Francesco La Camera, Direttore generale di IRENA. Ma la crisi sanitaria “ci ha dimostrato che è urgentemente necessario uno sforzo molto maggiore per metterci su un percorso compatibile con il clima e aiutarci a riprenderci con un’economia sostenibile e resiliente. I responsabili delle decisioni devono progettare approcci sistemici alle politiche che incoraggiano e accelerino il flusso di investimenti verdi, lontano delle fossili”.
Uno sguardo al futuro
L’agenda post-COVID di IRENA mostra come investimenti medi annuali di 2mila miliardi di dollari nelle fonti rinnovabili e altre tecnologie legate alla transizione energetica potrebbero creare 5,5 milioni di posti di lavoro, nella fase di ripresa 2021-2023. Ed entro il 2030 fornire altri 19 milioni di posti di lavoro legati alla decarbonizzazione, a fronte di una spesa 4,5mila miliardi fino al 2030. La maggior parte di queste risorse potrebbe provenire da fonti private, se i fondi statali venissero utilizzati strategicamente per spingere le decisioni di investimento e i finanziamenti nella giusta direzione.
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A tal fine, è fondamentale promuovere l’uso di soluzioni per il mercato dei capitali, come i green bond, che rispondano alle esigenze di questi investitori. “C’è una chiara esigenza d’aumentare gli investimenti nelle fonti rinnovabili insieme a una significativa riduzione e reindirizzamento delle risorse destinate combustibili fossili”, ha affermato la dott.ssa Barbara Buchner, Global Managing Director di CPI . “Chiediamo maggiori sforzi e coordinamento tra i responsabili politici, le istituzioni finanziarie pubbliche e private, le società produttrici di energia e non e gli investitori istituzionali per accelerare la transizione. Questa azione è fondamentale per un futuro più sostenibile e resiliente”.