Il vice ministro allo Sviluppo De Vincenti annuncia nuove iniziative pro fer elettriche che non aumenteranno la spesa in bolletta
(Rinnovabili.it) – Gli incentivi alle rinnovabili elettriche diverse dal fotovoltaico saranno confermati ma attraverso misure che non vadano ad aumentare gli oneri della componente A3 nella bolletta degli italiani. Questo in sintesi quanto ha esplicitato il vice ministro allo Sviluppo Economico, Claudio De Vincenti, in risposta all’interrogazione parlamentare in commissione 5-04223 alla Camera. L’intervento, presentato nella stessa data dalla parlamentare Chiara Braga, chiedeva al dicastero dello Sviluppo un’azione in grado di definire univocamente le regole valide per i prossimi mesi e, più in generale, per i prossimi anni al fine di consentire uno sviluppo economicamente efficiente delle fonti rinnovabili. Al centro della questione c’è la soglia degli incentivi alle fer elettriche introdotto con il decreto ministeriale 6 luglio 2012; nel dettaglio il provvedimento individua un limite massimo per il parametro di «costo indicativo cumulato annuo di tutte le tipologie di incentivo degli impianti a fonte rinnovabile» (fotovoltaico escluso) pari a 5,8 miliardi di euro. “Nulla viene definito sia in merito alle modalità mediante le quali può essere evitato il superamento della suddetta soglia, sia in merito alle modalità di calcolo del costo in oggetto”, si legge nell’interrogazione. Il Gestore ha notificato solo la scorsa settimana l’aggiornamento del contatore degli oneri, il cui costo indicativo annuo risulta pari a circa 5,390 miliardi di euro.
Il conto alla rovescia verso la fine dei sussidi ha messo in allarme il comparto delle green energy nostrane, che ha chiesto fin da subito al governo nuove certezze. E così, dopo l’annuncio lo scorso novembre di un decreto tampone per continuare a sostenere le fer elettriche, De Vincenti torna sull’argomento con “promesse” più specifiche. “In linea con quanto previsto dalla Strategia Energetica Nazionale – si legge nella risposta all’interrogazione parlamentare – e con gli scenari al 2030, il Ministero è orientato a confermare il sostegno al settore delle fonti rinnovabili e, in tal senso, sta già lavorando per dare continuità agli investimenti nel settore”. Il vice ministro ha rivelato come oggi sia in fase di studio un meccanismo di sostegno più efficiente e più vicino alle nuove linee guida UE in materia di Aiuti di Stato.
L’esigenza del Governo, continua De Vincenti è quella di “inserire il settore delle rinnovabili nelle ordinarie regole di mercato e con la politica governativa di contenimento degli oneri per i cittadini ivi inclusi quelli che gravano sulle componenti tariffarie dell’energia”. Da dove proverranno le risorse per le nuove istallazioni rinnovabili? Essenzialmente dall’uscita dei vecchi impianti dai meccanismi già in vigore, “spesso inefficienti da un punto di vista della spesa”, e dalla proiezione dell’andamento del «contatore oneri» per le fer nel medio termine, “garantendo la maggior accuratezza possibile fra la previsione di spesa e gli oneri che i consumatori di energia elettrica saranno realmente chiamati a sostenere. In tal modo, sarà possibile finanziare nuove iniziative senza aumentare la spesa in bolletta”.
Il nuovo decreto ministeriale sulle fonti rinnovabili, già in fase di stesura, sarà varato in tempi stretti, anzi strettissimi. Per stessa ammissione di De Vincenti il provvedimento dovrebbe vedere la luce non oltre la fine di febbraio di quest’anno. “Vogliamo muoverci prima di esaurire i 5,8 miliardi e per sbloccare gli investimenti e usare via via nei prossimi anni le uscite dagli incentivi per sostenere le rinnovabili e raggiungere gli obiettivi europei”.