L’organizzazione Access: energy sta sperimentando la diffusione servizi d’energia elettrica a basso costo per le zone rurali del Paese africano
Oltre l’80% degli abitanti del Kenya (circa 30 milioni di persone) non ha accesso all’elettricità e l’organizzazione è convinta che il modo più semplice per fornire energia ai residenti sia quella di insegnar loro come fare. Il progetto è quello di diffondere l’utilizzo di mini turbine eoliche dando alla popolazione le conoscenze tecniche per realizzare i propri aerogeneratori a partire da rottami metallici, parti di automobili e rifiuti elettronici.
La Night Heron Turbine, questo il nome del dispositivo, si basa su un progetto open-source sviluppato dall’inglese Hugh Piggott e vanta una potenza nominale da 700 W e due opzioni di output (12V o 24V). La turbina produce energia elettrica ad un costo da due a tre volte inferiore rispetto a moduli fotovoltaici equivalenti in potenza, è in grado di generare energia sufficiente per 50 abitazioni rurali (circa 2,5 kWh al giorno), ma soprattutto può classificarsi come un vero prodotto a km zero, realizzato con materiali e forza lavoro locale. Il progetto mira a riunire due elementi fondamentali quali la ricerca dell’indipendenza energetica e la crescita del dato occupazionale, creando posti di lavoro qualificati.
“Stiamo lavorando con artigiani del distretto Jua Kali a Kisumu, una comunità di ingegneri, inventori, meccanici ed elettricisti altamente qualificati”, spiegano ad Access: collective. “Qui le imprese sono in grado di produrre con qualità superiore promuovendo l’uso di materiali locali, conoscenze locali e produzione locale”.
Il kit “plug-and-play” costa poco meno di 200 euro (220.000 KSh) ed include tutto il necessario: rotore, albero, batterie per lo stoccaggio dell’energia in eccesso, cablaggio, installazione e messa in funzione.