A regime sarà il più grande al mondo a mixare le due tecnologie rinnovabili con un sistema di accumulo da 40 MWh
Un impianto ibrido eolico-fotovoltaico da 160 MW per l’Andhra Pradesh
(Rinnovabili.it) – Cina e India stanno portando avanti una politica energetica particolarmente aggressiva che non lesina record e primati mondiali. E se Pechino è pronta a sventolare la bandiera dell’impianto fotovoltaico galleggiante più grande al mondo, Nuova Delhi non intende essere da meno con un impianto ibrido eolico-fotovoltaico che non ha eguali.
I piani erano stati annunciati poco tempo fa dal Ministero indiano per le energie nuove e rinnovabili: il progetto, del valore di 155 milioni di dollari, sorgerà nel distretto di Anantapur, nello stato dell’Andhra Pradesh, ricoprendo una superficie di circa 1000 acri (più di 400 ettari).
Con i suoi 160 MW di potenza (120 MW solari e 40 MW eolici), una volta allacciato alla rete sarà il primo impianto ibrido eolico-fotovoltaico su larga scala dell’India e il più grande al mondo. Non solo: la centrale sarà dotata anche di un sistema accumulo da 40 MWh per garantire che rimanga operativa anche durante le ore notturne quando non c’è il sole e la velocità del vento diminuisce.
La scelta di integrare delle batterie è quasi un atto dovuto per uno Stato come quello dell’Andhra Pradesh. Il governo locale deve affrontare quotidianamente problemi legati alla trasmissione dell’energia e alle fluttuazioni della produzione. Problemi che potrebbero acuirsi se il territorio dovesse realizzare gli obiettivi rinnovabili fissati per il 2022, ossia 10 GW di energia solare e 8 GW dal vento. Per questo motivo sta esaminando una seri di progetti sperimentali dedicati all’energy storage, che sappiano stabilizzare e rendere più flessibile la rete.
In realtà l’aspetto più interessane del progetto è quello economico. Realizzata congiuntamente dalla Solar Energy Corporation of India (SECI), APTransco e AP Nedcap, la centrale si è aggiudicata anche i finanziamenti della Banca Mondiale. Secondo gli analisti di Cleantechnica, il fatto che l’Istituto abbia accettato di finanziare il progetto significa con molta probabilità che le tariffe elettriche saranno così basse da essere competitive anche con le centrali termoelettriche a carbone in funzione nel Paese.
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