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L’impatto degli incentivi FER 2 sulle bollette

L'impatto degli incentivi FER 2 sulle bollette
via depositphotos.com

Con un prezzo dell’energia di 70 €/MWh gli incentivi FER 2 costerebbero agli italiani circa 13-15 €/anno

Quando il nuovo regime di incentivi FER 2 è stato approvato dalla Commissione Europea, lo scorso 4 giugno, un dato  in particolare ha agitato gli animi: l’importo stimato dall’Esecutivo per il nuovo schema. Si parlava di circa 35 miliardi di euro spalmati in un periodo di 20-25 anni. Una cifra “virtuale” che ha tuttavia creato diverse discussioni in merito, dal momento che i sistemi incentivanti sono sostenuti attraverso le bollette italiane. Ma come si è arrivati a quel numero? E siamo sicuri che questo sia il reale impatto degli incentivi FER 2 sulle bollette energetiche?

La stima UE

A rispondere in questi giorni è ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente. In una memoria depositata il 25 giugno alla Camera, l’Authority sottolinea come Bruxelles, per valutare la compatibilità del decreto italiano con la disciplina comunitaria degli aiuti di stato, abbia ragionato su ipotesi. Nel dettaglio dal momento che i nuovi contributi saranno legati al prezzo di mercato dell’energia elettrica grazie a contratti di differenza a due vie, l’esecutivo UE ha ipotizzato  un prezzo medio dell’energia elettrica di 60 €/MWh per tutto il periodo di incentivazione. E che tutti contingenti fossero effettivamente “realizzati con prezzi pari ai massimi consentiti dalle procedure”.

Si è arrivati così a stimare un onere annuale di 1,85 miliardi di euro. Va da sé che tale onere potrà aumentare o diminuire in caso di prezzi di mercato dell’energia elettrica rispettivamente più bassi o più alti. Allo stesso tempo avranno un impatto sulla cifra anche il livello di approvvigionamento dei contingenti contingenti e le eventuali riduzioni della tariffa incentivante riconosciuta.

Il peso degli incentivi FER 2 sulle bollette elettriche

Nel complesso tuttavia, fornire una valutazione precisa del prezzo su un periodo di 20-25 anni rappresenta un compito arduo, come sottolinea anche l’ARERA. E questo sia perché nel meccanismo entrano in gioco complesse dinamiche di mercato, sia perché molto dipenderà anche dalle tempistiche entro le quali le altre misure di decarbonizzazione (es lo sviluppo di accumuli) produrranno i loro effetti.

“Ipotizzando, per esempio e al solo fine di valutare la sensibilità dell’onere alla variazione del prezzo, un prezzo medio atteso di mercato di 70 €/MWh – scrive l’Authority – l’onere annuale risulterebbe pari a circa 1,7 miliardi di euro per i primi 20 anni, sempre nell’ipotesi che tutti i contingenti vengano effettivamente realizzati con prezzi pari ai massimi consentiti dalle procedure. L’impatto sugli oneri generali di sistema per l’utente tipo domestico derivante dalle predette stime risulterebbe pari a circa 13-15 €/anno“. 

In ogni caso è opportuno sottolineare che il crescere degli oneri è collegato ad un prezzo dell’energia elettrica più basso e dunque ad un costo minore nei mercati all’ingrosso, che dovrebbe compensare eventuali aumenti in bolletta.

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