Arte, arredo urbano e diffusione del valore delle sostenibilità: questi i tre ingredienti dell’originale quanto lodevole progetto. La scintilla che ha ispirato un programma così ambizioso è stato un seminario organizzato nella “New Town” di Cavallerizzo (CS) dal Prof. Carmelo Filice dell’Università Degli Studi Guglielmo Marconi e poi sviluppata da Green Research & Design di Dronero (CN) e da specifiche tesi di laurea. Il luogo dove sperimentare questa soluzione: Cavallerizzo, in provincia di Cosenza.
Viste le caratteristiche anemometriche del luogo, si è da subito pensato a realizzare una “scultura eolica”, posizionata nella piazza principale. Per la creazione dell’opera è stato incaricato lo scultore Pino Castagna che ha creato un bozzetto in cui le pale stesse sono componenti della scultura. Il bozzetto, intitolato “Bosco di Eolo”, è composto da cinquanta eliche in acciaio colorato, sostegni in acciaio inox e base in ferro con cemento e sassi; le sole tre pale più in elevazione sono produttive, allo scopo di alimentare energeticamente la piazza che ospiterà la scultura.
L’idea iniziale di realizzare un’installazione di arredo urbano con fini estetici, pur mantenendo l’aspetto produttivo, è andata trasformandosi in una soluzione con prevalente valore artistico-culturale. Una sostenibilità non solo energetica, ma anche e soprattutto di concetto: un modello culturale, ripetibile, con infinite opportunità di ingegno per gli urbanisti. La produzione di elettricità della scultura passa in secondo piano, è un valore aggiunto, potrebbe anche essere tralasciata. L’energia che si vuole produrre è in parte indiretta, di sensibilizzazione all’ambiente, ma soprattutto diretta, inesauribile, creata dalle emozioni che l’opera stessa susciterà.
Nel rispetto del principio di sostenibilità, evidenziato anche dalla Legge Urbanistica della Regione Calabria, la “scultura energetica”, vuole rappresentare un nuovo ambito urbano su cui operare, un sistema che coniughi arte ed energia. Nello specifico, l’inserimento di sculture eoliche, potrebbe diventare prassi comune nei territori che ospitano parchi eolici importanti interpretando una doppia funzione: favorire i processi autorizzativi e promuovere lo sviluppo culturale del territorio. Esse ambiscono soprattutto al ruolo storico-culturale, la compensazione sensoriale è solo una motivazione temporanea, un mezzo per rendere accettabili opere che, pur rappresentando la naturale evoluzione di un elemento dinamico quale è il paesaggio, trovano spesso opposizioni da chi, per ruolo e per cultura, dovrebbe sostenerle. Ragionando per assurdo, a rafforzamento del concetto, si immagini l’esistenza di ipotetici “paladini del paesaggio” nella nostra storia: oggi forse non avremmo gli acquedotti romani, una delle massime forme di architettura dell’epoca, oppure saremmo privi di castelli medievali, simboli di assoluto valore storico (necessità di approvvigionamento d’acqua e protezione da attacchi nemici sono sicuramente comparabili all’odierno fabbisogno di energia pulita).
Il progetto vuole anche esplorare le relazioni tra arredo urbano (potenzialità funzionali e formali) e scultura energetica (potenzialità artistiche e comunicative).
L’iniziativa, unica a livello nazionale, oltre a promuovere la diffusione e la conoscenza dell’eolico, vuole aprire una nuova strada sotto l’aspetto urbanistico-ambientale: un “marchio” stabile che porti un plus di bellezza ad ogni paesaggio interessato da installazioni di fonti rinnovabili.