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Eolico galleggiante, la Norvegia inaugura il 1° hub energetico sottomarino

L'azienda Aker Solutions testerà la nuova tecnologia di trasmissione di potenza presso l'area offshore del Marine Energy Test Center in Norvegia che ospita dimostratori di turbine eoliche galleggianti

hub energetico sottomarino
Credits: Aker Solutions

Un hub energetico sottomarino per tagliare i costi dell’eolico galleggiante

(Rinnovabili.it) – È stato chiamato “Subsea Collector,” letteralmente collettore sottomarino, e il nome spiega già, in buona parte, di cosa si tratti. Parliamo della nuova tecnologia di trasmissione di potenza realizzata dalla norvegese Aker Solution per l’eolico galleggiante, il primo hub energetico sottomarino mai realizzato al mondo.

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Il boom dell’eolico marino galleggiante

In un momento come quello attuale, in cui l’eolico offshore galleggiante rappresenta la promessa energetica per diversi paesi europei, la tecnologia per convogliare a terra l’elettricità generata in mare ha assunto la medesima importanza di quella alla base degli impianti produttivi. Il motivo è facilmente intuibile.

Nonostante il settore sia solo all’inizio – nel Vecchio Continente si contano attualmente 176 MW di eolico flottante – le previsioni degli esperti indicano un exploit degli aerogeneratori senza fondamenta fissa da qui al 2030. Statista, ad esempio, prevede che il Regno Unito da solo raggiungerà circa 7,9 gigawatt di capacità eolica galleggiante entro la fine del decennio, diventando la più grande potenza europea in questo comparto. A seguire, l’Italia con una capacità prevista di oltre 6,9 gigawatt per la stessa data.

I nuovi impianti, proprio per l’assenza delle tradizionali basi, permettono di raggiungere aree marine più lontane dalla costa e con fondali più profondi. Ma al tempo stesso queste centrali offshore dovranno affrontare una serie di sfide che potrebbero influire sulla competitività dei costi. A cominciare dal layout delle reti di raccolta dell’energia e dalle tecnologie annesse.

Dalle fossili alle rinnovabili

Su queste sfide lavora anche Aker Solution che oggi sta sfruttando la sua esperienza di lunga data nelle soluzioni subacquee per l’industria fossile a favore della transizione.

“Negli ultimi dieci anni – spiega Jo Kjetil Krabbe, vicepresidente esecutivo di Power Solutions presso Aker Solutions – abbiamo acquisito una vasta esperienza in complessi progetti sottomarini, fornendo sistemi affidabili alimentati ad alta tensione per supportare sviluppi come Åsgard e, più recentemente, Jansz-lo [progetti nel campo dell’estrazione di idrocarburi offshore]. Stiamo ora sfruttando tale esperienza per sviluppare attrezzature e tecnologie per i sistemi energetici sottomarini di prossima generazione per un eolico offshore più efficiente in termini di costi”.

I vantaggi offerti dal Subsea Collector

Il nuovo hub energetico sottomarino fornisce una soluzione alternativa per collegare elettricamente più aerogeneratori galleggianti in una configurazione a stella invece del tradizionale schema a catena. In questo modo è possibile ottenere una maggiore flessibilità nell’architettura e nella costruzione degli impianti. Il design consente inoltre di ridurre la lunghezza dei cavi sia a livello di turbina che di progetto, tagliando i tempi e i costi di installazione. Secondo l’azienda l’approccio, nonostante sia ancora da studiare e migliorare, potrebbe già oggi fornire un risparmio del 10% sui costi totali per un parco eolico galleggiante da 1 GW.

I componenti principali del collettore sottomarino comprendono un sistema di connessione stagna da 66 kV fornito da Benestad e quadri sottomarini con controllo e acquisizione dati di ABB.

I test dell’hub energetico sottomarino

Per sperimentare il suo sistema collettore, la società ha firmato un contratto di ingegneria e progettazione front-end con il Marine Energy Test Center (METCentre) in Norvegia. Il Subsea Collector è stato quindi installato nell’area di test offshore del METCentre dove oggi si trovano due turbine offshore galleggianti situate a 10 chilometri dalla costa. Gli aerogeneratori diventeranno sette a partire dal 2026.

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