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Floatfarm migliorerà le grandi turbine eoliche galleggianti

Il progetto, condotto da 18 partner provenienti da 8 paesi europei, ottimizzerà la tecnologia dell'eolico galleggiante per ridurne i costi di generazione e aumentarne la produzione energetica

grandi turbine eoliche galleggianti
By Jplourde umaine – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=49932644

Grandi turbine eoliche galleggianti da 15 MW, un futuro sempre più vicino

(Rinnovabili.it) – L’eolico galleggiante sta diventando maggiorenne. Gli ultimi sviluppi tecnologici uniti ai piani energetici nazionali in Europa inaugureranno a breve una nuova era per l’energia del vento nel Mediterraneo, nell’Atlantico e in altri bacini marini con acque profonde. Per accelerare il processo e puntare a grandi turbine eoliche galleggianti nasce il progetto FLOATFARM.

Condotta da 18 partner europei – tra cui per l’Italia il consorzio di ricerca SEAPOWER, l’Università degli Studi di Firenze e il CNR – l’iniziativa nasce come naturale estensione di Floatech, progetto che mirava ad aumentare la maturità tecnica e la competitività dei costi dell’energia eolica offshore galleggiante. Il passo successivo? Rendere gli aerogeneratori galleggianti ancora più efficienti e meno impattanti, ottimizzando loro integrazione in grandi centrali marine. Un impegno multidisciplinare che coinvolge realtà pubbliche e private e che nei prossimi 4 anni tenterà di dare al comparto quella spinta in più.

L’eolico offshore galleggiante in Europa

Oggi l’Europa dispone solo 4 piccoli parchi eolici galleggianti, per un totale di 176 MW di capacità installata. Ma il mercato del Vecchio Continente si sta muovendo rapidamente. La Francia ha pianificato gare per 500 MW di “floating wind” nelle sue acque. E quest’anno si prevedono aste eoliche galleggianti su larga scala anche in Spagna, Portogallo e Norvegia. Chiudendo gli occhi sul flop britannico (le cui cause sono da cercare nelle stesse aste governative), il comparto è pronto a lasciare il segno. Al punto che secondo WindEurope, l’associazione europea di settore, l’Europa può essere certa di contare su 3-4 GW di turbine eoliche galleggianti entro il 2030. Che potrebbero facilmente diventare 10 GW con un briciolo di ambizione.

Ciò significherà però risolvere le sfide rimaste, a partire dal consolidamento  dei diversi modelli di piattaforme flottanti, testando nuove soluzioni per cavi e sistemi di ormeggio. E individuando le migliori modalità di trasporto, installazione e gestione degli aerogeneratori.

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Verso grandi turbine eoliche galleggianti 

Il progetto FLOATFARM, finanziato dall’Unione Europea con un contributo di 6 milioni di euro,  si inserisce in questo quadro con la prospettiva di ridurre i costi di generazione e aumentare la produzione energetica, limitando il più possibile l’impatto sull’ambiente marino.

“Il progetto prevede diversi obiettivi specifici”, spiega il Prof. Domenico Coiro, Presidente Seapower e docente presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale, divisione Aerospaziale, all’Università Federico II di Napoli. “In relazione alle turbine isolate saranno investigate diverse tecnologie, che spaziano dalla progettazione specifica del rotore per siti a bassa ventosità, allo studio di tecnologie innovative per il rotore, il generatore e i sistemi di controllo; in relazione allo sviluppo di fattorie eoliche galleggianti, saranno prese in esame diverse soluzioni innovative, che si estendono dallo sviluppo di sistemi di ormeggio innovativi, alla riduzione degli effetti delle interazioni di scia”. 

Il team di Seapower collaborerà allo sviluppo di un rotore innovativo con potenza nominale di 15 MW, orientato ad operare in siti a bassa ventosità, utilizzando un approccio basato su analisi accoppiate aerodinamiche e strutturali. Inoltre, coordinerà una procedura di valutazione tecno-economica di una turbina eolica galleggiante facente parte di una fattoria di molte unità. “Il modello di valutazione sviluppato dovrà tenere conto sia dei costi dei diversi componenti, sia delle prestazioni di produzione della turbina, consentendo la stima del Levelised Cost Of Energy (LCOE)”, spiega il consorzio in una nota stampa. “Tale procedura, sarà integrata nel processo globale di progettazione ed ottimizzazione della singola turbina e di tutto il campo eolico, al fine di ridurre quanto più possibile il costo finale dell’energia prodotta mirando, in questo modo, all’incremento della sostenibilità e dell’efficienza dei futuri impianti eolici offshore galleggianti“.

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.