Solo rinnovabili per i consumi elettrici di Google
(Rinnovabili.it) – Dopo la Lego, anche Google ce l’ha fatta. La società si era ripromessa di passare ad un consumo esclusivo di fonti rinnovabili entro la fine del 2017 e, a meno di un mese della fine dell’anno, l’obiettivo può dirsi centrato. In questi giorni il gigante di Mountain View ha firmato gli ultimi PPA per l’acquisto dell’energia elettrica da tre differenti parchi eolici realizzati negli Stati Uniti; una mossa che porta l’intera capacità produttiva a servizio del fabbisogno di Big G a quota 3 GW.
L’annuncio è stato dato il 30 novembre via social, moda ormai consolidata per le comunicazioni delle grandi aziende tecnologiche. Tramite Twitter e la pagina di LinkedIn di Sam Arons il Senior Lead, Energy & Infrastructure di Google, la società ha fatto sapere che d’aver aggiunto quella ciliegina da 535 MW alla torta di rinnovabili con cui soddisfare il suo fabbisogno elettrico.
New clean energy purchases bring our total wind and solar capacity to over 3 gigawatts—enough renewables to match 100% of the energy it takes to run our products in 2017. pic.twitter.com/8ykaWO9LU0
— Google (@Google) 30 novembre 2017
Gli ultimi accordi di acquisto riguardano una wind farm nell’Iowa di proprietà dell’EDF, due installazioni eoliche nel South Dakota di Avangrid e una centrale in Oklahoma della GRDA. A conti fatti la società è oggi il più grande acquirente di energia pulita di taglia aziendale al mondo. A titolo di confronto, il secondo più grande compratore “verde” è Amazon, con circa 1,5 GW di capacità produttiva da sole e vento.
Gli investimenti di Google hanno raggiunto e superato in questi anni i 3,5 miliardi di dollari a livello globale, con circa due terzi delle risorse spese negli Stati Uniti. Cifre così elevate fanno comprendere la differenza tra deboli tentativi di greenwashing e oculate strategie energetiche. Per il re dei motori di ricerca, la passione per le rinnovabili comincia veramente presto: i primi grandi progetti verdi risalgono addirittura al 2007 e hanno aperto la strada ai primi data center sostenibili. Ma il calo dei costi nell’energia solare ed eolica – spiega la stessa azienda – ha permesso di accelerare i tempi sull’originale tabella di marcia.