(Rinnovabili.it) – Si festeggia oggi, in oltre 75 Paesi nel mondo, il Global Wind Day 2014, la giornata mondiale dedicata all’energia eolica, ai suoi benefici e potenzialità; un appuntamento ricco di iniziative organizzato dall’EWEA (Associazione europea dell’energia eolica) e dal GWEC (Global Wind Energy Council) con l’obiettivo di mettere in contatto le persone di tutto il mondo con questa fonte rinnovabili. L’evento, forte dei successi degli anni passati, sembra essere oggi quanto mai fondamentale, soprattutto in considerazione dell’attuale scenario energetico mondiale, la cui parola d’ordine è divenuta “indipendenza”. Ed è proprio il tema dell’indipendenza energetica ad essere al centro dell’edizione 2014, leit motiv degli oltre duecento eventi previsti per la sua celebrazione. Attualmente, infatti, i sei più grandi importatori di combustibili fossili nel mondo – UE, Cina, Stati Uniti, Giappone, Corea e India – spendono oltre 1680 miliardi di dollari all’anno per importare carbone, petrolio e gas. Cifre da capogiro per delle fonti che non solo sono inquinanti ma che possono garantire la nostra sicurezza energetica solo fino ad un certo punto. Le importazioni di carburanti fossili oltre ad essere costose sono vulnerabili alle fluttuazioni dei prezzi sul mercato mondiale e sono esposte a decisioni e pressioni politiche.
“I recenti avvenimenti in Ucraina ci hanno dimostrato ancora una volta che ridurre la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili e la loro sostituzione con energie rinnovabili è diventata una questione urgente. Non solo questo ha senso in termini di maggiore sicurezza energetica, ma aiuterebbe anche a evitare cambiamenti climatici catastrofici”, spiega Steve Sawyer, segretario generale GWEC. In questo contesto “l’economia eolica” offre importanti opportunità. “La buona notizia è che l’energia rinnovabile può completamente o parzialmente sostituire l’energia importata, rafforzando in tal modo la loro sicurezza energetica. L’accesso alla fornitura di energia locale, affidabile e sicura, può anche consentire la crescita nei paesi in via di sviluppo e creare posti di lavoro”. L’occupazione è infatti uno dei versanti su chi l’energia del vento può influire positivamente. Secondo un recente rapporto dell’EWEA, nella UE-28 il settore richiederà quasi 50.000 nuovi addetti qualificati entro il 2030 soprattutto nell’ambito delle operazioni e della manutenzione. In altre parole il comparto sta sfidando la crisi del lavoro, al punto che già oggi la richiesta di personale qualificato da parte del solo mercato europeo ammonta a circa 7.000 lavoratori l’anno.
Numeri che restituiscono l’immagine di un’industria in espansione: in Europa, infatti, l’eolico è passato dai 13 GW di capacità installata del 2000 a oltre 117 GW del 2013. La crisi e le incertezze determinate dalle revisioni degli aiuti statali, ovviamente si sono fatte sentire. Grazie al vento oggi viene soddisfatto l‘8% della domanda di energia comunitaria, ma la crescita della nuova capacità nel Vecchio Continente ha subito un calo non indifferente: meno 8% tra il 2012 e il 2013. Ad averne sofferto sono soprattutto la Spagna, l’Italia e la Francia, dove le nuove istallazioni sono diminuite, rispettivamente del’84 %, del 65% e del 24%. A spigare questi dati è Justin Wilkes, CEO di EWEA secondo cui “Gli impianti di energia eolica dell’Ue per il 2013 mostrano l’impatto negativo del mercato, l’incertezza normativa e politica che sta imperversando in tutta Europa. I quadri legislativi hanno destabilizzato l’energia eolica, minando gli investimenti e mettendo a rischio la crescita verde, i posti di lavoro e la sicurezza energetica”.
D’altra parte il “buon” eolico, quello per intenderci venuto a patti con paesaggio e fauna, può contare su un forte appoggio dell’opinione pubblica; i sondaggi d’opinione e le indagini di mercato mostrano uno “schiacciante sostegno” della gente nei confronti dell’energia del vento, forte segnale che deve essere preso in considerazione dai decisori politici secondo il GWEC. Secondo un sondaggio dell’Eurobarometro l’89% dei cittadini europei è a favore dell’energia eolica, rispetto al 43% pro carbone e il 36% per nucleare.