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Il global warming fa male all’eolico nel nord del pianeta

Il riscaldamento globale potrebbe rallentare il processo di sviluppo dell'eolico, soprattutto in alcune zone interne del Nord mondiale

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Così l’aumento delle temperature impatta sul settore eolico

 

(Rinnovabili.it) – L’energia del vento è una delle risposte necessarie ad organizzare la transizione verso una società a basso tenore di carbonio, che abbia gli strumenti per combattere il cambiamento climatico. Ma il riscaldamento globale potrebbe rallentare il processo di sviluppo dell’eolico, riducendo la forza del vento alla parte settentrionale delle medie latitudini. A farne le spese, potrebbero essere paesi importanti dal punto di vista dell’inquinamento, come gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Russia, il Giappone e l’area mediterranea.

I dati emergono da una nuova ricerca, pubblicata sulla rivista Nature Geoscience, che ha utilizzato gli stessi modelli climatici del Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite (IPCC). Si tratta del primo studio ad indagare su scala globale l’impatto degli aumenti di temperatura sull’energia eolica, e descrivere i potenziali scenari: i parchi eolici sono cresciuti del 500% nell’ultimo decennio e l’abbattimento dei costi li ha resi un sistema fondamentale per ridurre le emissioni di carbonio generate dai combustibili fossili.

 

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Con emissioni ancora medio alte nel medio periodo, tuttavia, il calo dell’eolico investirebbe in particolare il Giappone, dove il settore sta iniziando a crescere proprio negli ultimi tempi. Nel paese del sol levante, si prevede un calo di 58 kW, pari a circa il 10%. Le zone interne degli Stati Uniti si piazzano al secondo posto con 49 kW ma. Nel Regno Unito invece la potenza scenderebbe di 36 kW. Tuttavia, in altri luoghi del mondo, ad esempio l’Australia orientale, un forte riscaldamento globale potrebbe far aumentare l’energia del vento. Secondo i calcoli riportati nello studio di Nature, la terra dei canguri potrebbe guadagnarci 48 kW. Vantaggi simili arriverebbero anche in altri paesi sotto l’equatore: il Brasile orientale e l’Africa occidentale. La ragione per cui queste aree costiere beneficerebbero del global warming è che la terraferma si sta riscaldando più rapidamente dell’oceano, e la differenza nel tasso di crescita fa spirare più forti i venti che giungono sulle coste.