(Rinnovabili.it) – Cifre da capogiro quelle che IKEA è pronta a investire nel settore delle rinnovabili e della lotta al climate change. Il gigante dei mobili fai-da-te ha annunciato in questi giorni il nuovo budget riservato alla sua strategia di sostenibilità aziendale: la società spenderà nei prossimi 5 anni 500 milioni di euro per l’energia eolica, 100 milioni per il fotovoltaico e altri 400 milioni di euro per progetti incentrati sulla riduzione dell’impatto del cambiamento climatico. Ad annunciarlo, l’amministratore delegato Peter Agnefjall che ha spiegato come i nuovi progetti finanziari, seppur così importanti, non avranno alcun effetto sui prezzi al dettaglio del gruppo svedese. In realtà non è la prima volta che la multinazionale scommette sulle green energy: dal 2009 sono stati investiti 1,5 miliardi di euro nell’energia del sole e del vento, comprate oltre 300 turbine eoliche, istallati sopra i tetti degli store e degli edifici amministrativi 700.000 moduli fotovoltaici e messo a punto un piano a lungo termine per riuscire a produrre da fonti rinnovabili tutta l’energia di cui il gruppo ha bisogno entro il 2020.
Il programma di investimenti, ha raccontato Agnefjall all’agenzia di stampa Reuters, è stato motivato dal sincero desiderio di affrontare il cambiamento climatico. Ecco perché accanto alle “spese energetiche”, IKEA Fundation, il braccio caritatevole del gruppo, investirà 400 milioni di euro nel 2020 nel sostegno di famiglie e comunità nelle nazioni più vulnerabili agli impatti dei cambiamenti climatici, quali inondazioni, siccità e desertificazione. L’Alleanza dei piccoli Stati insulari, che racchiude quelle che già oggi sono le prime vittime dell’innalzamento del livello dei mari, ha accolto con favore questo annuncio. “Mi rincuora vedere della leadership aziendale in questo settore”, ha dichiarato Amjad Abdulla, capo negoziatore delle Maldive per l’alleanza di Bonn. Che le intenzioni siano realmente queste o siano legate al mero profitto, resta il fatto che la IKEA sta investendo in maniera piuttosto aggressiva sulle fonti rinnovabili dimostrando che dall’autosufficienza energetica è possibile ottenere solo un guadagno e non una perdita.