I bassi prezzi petroliferi possono danneggiare le fonti rinnovabili?
(Rinnovabili.it) – In che mondo le fonti rinnovabili mondiali risentiranno dell’attuale crollo del petrolio? E quali settori delle green technology registreranno i maggiori danni a causa della pandemia del COVID19? Queste sono alcune delle domande più ricorrenti, oggi, in ambito energetico.
Il coronavirus ha determinato il più grave shock economico che abbia mai colpito il mondo dalla crisi finanziaria del 2008. Le misure di contenimento hanno portato a livello globale alla cancellazione di eventi, alla chiusura di fabbriche e scuole, e a una serie di restrizioni agli spostamenti, riducendo progressivamente il trasporto di passeggeri e merci.
Il risultato è stato un crollo della domanda petrolifera. Wood Mackenzie stima che nel primo trimestre il consumo di greggio sarà inferiore di 2,7 milioni di barili al giorno rispetto allo stesso periodo del 2019. Il gruppo di paesi OPEC + ha aggravato i problemi del settore non riuscendo a concordare un taglio della produzione. Al contrario lo scontro tra Russia e Arabia Saudita è riuscito ad inasprire ulteriormente la questione.
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Di conseguenza, il Brent è crollato a circa 37 dollari al barile e il West Texas Intermediate (WTI) a circa 33 dollari al barile.
Questa forte volatilità del mercato petrolifero non dovrebbe avere, però, un impatto significativo su piani e investimenti nelle fonti rinnovabili. A sostenerlo è Francesco La Camera, direttore generale dell’Agenzia Internazionale delle energie rinnovabili – IRENA. “Il petrolio svolge un ruolo trascurabile nella generazione di energia e quindi non compete con esse in questo senso”, spiega La Camera.
Le fonti rinnovabili sono diventate la risorsa dominante come nuova capacità produttiva negli ultimi sei anni, raggiungendo la competitività con l’LCOE delle fossili, carbone in primis. Questo parità di prezzi, spiega il direttore generale di IRENA, dovrebbe permettere al settore di proteggere gli investimenti.
“Il petrolio svolge un ruolo molto più importante nel settore dei trasporti, che rappresenta la metà della domanda totale di greggio e dove, senza politiche low emission in atto”, aggiunge La Camera. In questo caso un lungo periodo di bassi prezzi petroliferi, “può influire sulla velocità di adozione dei veicoli elettrici”.
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Ovviamente il comparto delle fonti rinnovabili non è esente dagli effetti del COVID-19. “L’epidemia del coronavirus minaccia la catena di approvvigionamento globale in molti settori ed è quindi probabile che abbia un impatto sull’energia rinnovabile. La gravità e la durata di entrambe le situazioni rimangono da capire”.