Conto alla rovescia per il Fondo Rinnovabili per le Regioni
Un altro tassello della normativa energetica nazionale va a posto. Dopo la finalizzazione del Decreto Aree Idonee, del Testo Unico Rinnovabili e della piattaforma SUER, procedono i lavori sul Fondo Rinnovabili per le Regioni. La disciplina, preparata dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha ottenuto in questi giorni il via libera dai territori. Il 3 dicembre, infatti, la Conferenza Unificata ha sancito l’intesa sullo schema di decreto, uno degli ultimi passaggi dell’iter normativo.
Il provvedimento è frutto del Decreto Legge del 9 dicembre 2023, n. 181. L’articolo 4 del DL riporta alcune disposizioni per incentivare le regioni a ospitare impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili (FER). A suo tempo la norma aveva suscitato parecchio scalpore dal momento che la versione originale prevedeva la creazione di un Fondo alimentato con le entrate di una nuova gabella a carico degli impianti rinnovabili. La conversione in legge ha riformulato il passaggio che ora recita:
“Per finalità di compensazione e di riequilibrio ambientale e territoriale, una quota dei proventi delle aste delle quote di emissione di anidride carbonica di cui all’articolo 23 del decreto legislativo 9 giugno 2020, n. 47, di competenza del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, nel limite di 200 milioni di euro annui per ciascuno degli anni dal 2024 al 2032, è destinata ad alimentare un apposito fondo da istituire nello stato di previsione del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica e da ripartire tra le regioni per l’adozione di misure per la decarbonizzazione, la promozione dello sviluppo sostenibile del territorio, l’accelerazione e la digitalizzazione degli iter autorizzativi degli impianti e delle infrastrutture di rete”.
38 milioni per il 2024
Il nuovo decreto ministeriale attua tale norma. Nel dettaglio il provvedimento definisce una serie di misure propedeutiche e promozionali. E ripartisce le risorse del Fondo Rinnovabili tra le Regioni. Per il 2024 sono oltre 38 milioni di euro così suddivisi:
- Abruzzo 1,1 milioni di euro;
- Basilicata 1,1 milioni di euro;
- Calabria 1,6 milioni di euro;
- Campania 2,1 milioni di euro;
- Emilia Romagna 3,3 milioni di euro;
- Friuli Venezia Giulia 1 milione di euro;
- Lazio 2,5 milioni di euro;
- Liguria 550mila euro;
- Lombardia 3,5 milioni di euro;
- Marche 1,2 milioni di euro;
- Molise 520mila euro di euro;
- Piemonte 2,6 milioni di euro
- Puglia 3,5 milioni di euro;
- Sardegna 3,3 milioni di euro;
- Sicilia 3,5 milioni di euro;
- Toscana 2,2 milioni di euro;
- Umbria 920mila euro;
- Valle d’Aosta 300mila euro;
- Veneto 3 milioni di euro.
La richiesta dell’ANCI
Nella medesima seduta della Conferenza Unificata l’ANCI ha espresso avviso favorevole all’intesa con una raccomandazione accolta dal Viceministro dell’ambiente e della sicurezza energetica: che in accordo con le nuove norme il Governo e il MASE si impegnino a favorire l’attuazione della norma prevista dall’art. 1 bis del Decreto-legge 131 del 2023 “Misure urgenti in materia di energia, interventi per sostenere il potere di acquisto e a tutela del risparmio”. Ovvero di prevedere adeguate risorse affinché l’Acquirente Unico possa implementare i servizi previsti dalla norma in merito ai dati sui consumi energetici dei diversi territori, da erogare agli enti territoriali per mezzo del proprio Sistema integrato.
“Si tratta – spiega l’ANCI – di servizi fondamentali per consentire ai Comuni di svolgere pienamente il ruolo attivo che compete loro nel processo ambizioso di transizione energetica dei nostri territori, mediante adeguata pianificazione e regolazione di settore, incentivazione diretta e indiretta, migliore orientamento degli investimenti terzi, sensibilizzazione della comunità locale, attuazione di modelli per la produzione rinnovabile e il consumo energetico tarati sui reali fabbisogni del territorio”.
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