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Il clamoroso flop dell’eolico offshore nel Regno Unito

Il Governo UK annuncia i risultati della quinta asta di Contract for Difference. Nessuna offerta per l'eolico in mare

eolico offshore regno unito
via depositphotos.com

Rimangono scoperti i 5 GW di eolico offshore nel Regno Unito

(Rinnovabili.it) – Risultato piuttosto sottotono nell’ultima asta per le “rinnovabili” del Regno Unito. Dopo un 2022 eccellente sotto il profilo della risposta e in cui sono stati assegnati contratti per quasi 11 GW, il quinto round del programma Contracts for Difference (CfD) fa un bel buco nell’acqua, chiudendosi con appena 3,7 GW di capacità assegnata. Ma sarebbe meglio dire che l’acqua non l’ha neppure sfiorata perché per la prima volta nessun progetto di eolico offshore ha preso parte alla gara. E i 5 GW di contingente sono andati completamente scoperti. Un duro colpo per un paese come la Gran Bretagna, che negli ultimi anni ha fatto del vento in mare la sua bandiera verde. Il motivo dietro questo clamoroso flop? Il prezzo d’esercizio massimo fissato dal Governo.

Per entrare nel merito della vicenda è utile fare qualche passo indietro. A differenza dei classici incentivi alle rinnovabili elargiti con i sistemi Feed-in-Tariff, i Contratti per differenza sono atti di diritto privato, stipulati tra i produttori di rinnovabili e la governativa Low Carbon Contracts Company, a seguito di aste competitive. Le aziende che vogliono prendevi parte presentano delle offerte dichiarando il prezzo al quale venderanno al governo la futura energia prodotta. Offerte che hanno come paletto il prezzo di esercizio massimo previsto da Londra stessa prima della gara. Ai vincitori spetta una remunerazione predefinita che viene corretta di volta in volta rispetto al prezzo all’ingrosso dell’energia elettrica.

Una strategia da rivedere

Ma ancor prima che l’asta avesse luogo gli sviluppatori eolici avevano lamentato un problema preciso: il prezzo d’esercizio massimo fissato a 44 sterline per MWh (costo della connessione alla rete) appariva improponibile per il settore. Soprattutto a fronte di due anni di rialzi nei Capex (spesa in conto capitale).

“Il Regno Unito aveva già perso uno dei 5 progetti che avevano vinto la precedente asta eolica offshore, quando Vattenfall ha interrotto quest’estate i lavori sul progetto da 1,4 GW di Norfolk a causa dell’incapacità del governo di aumentare il prezzo dell’asta o di offrire quote di capitale”, commenta Wind Europe, la principale associazione europea dell’energia eolica. “E hanno ancora altri 2 grandi progetti dell’asta precedente che stanno cercando di far funzionare i numeri e raggiungere la decisione finale sull’investimento. Se fossero stati fissati i giusti parametri, questa gara avrebbe potuto anche sostenere alcuni progetti eolici galleggianti nel Mar Celtico. La Gran Bretagna vuole essere leader nell’eolico offshore galleggiante ma a con questa strategia non sarà così”.