(Rinnovabili.it) – Domani i capi di Stato e di Governo dell’Unione Europea si incontreranno per discutere del futuro dell’energia comunitaria e delle politiche che dovranno essere intraprese. In momento delicato come quello che si aprirà domani a Bruxelles non può mancare un momento di seria riflessione su le attuali “pecche” della strategia energetica europea. A ricordarle è Thomas Becker Direttore Generale della European Wind Energy Association (EWEA) che punta i riflettori su una questione delicata: nel 2012 l’Ue ha speso ben 406 miliardi di euro nell’importazione di petrolio e gas, ovvero 1,1 miliardi di euro al giorno. La cifra da record equivale al 3,2% del PIL comunitario.
“La crescita massiccia dei prezzi per i combustibili fossili negli ultimi dieci anni – greggio più 14% l’anno, più 10% il gas e più 8% il carbone – sono il vero pericolo per la competitività dell’Europa”, ha affermato Becker sottolineando come, al contrario, l’energia eolica abbia fornito un’importante opportunità di risparmio: puntando sul vento nel 2010 si sono risparmiati 5,7 miliardi di euro nel l’Unione europea altrimenti spesi nei carburanti fossili. E la cifra, stima l’associazione, dovrebbe raggiungere quota 25,3 miliardi di euro entro il 2020. Senza contare che gli investimenti effettuati nel settore eolico sono effettuati all’interno dei confini comunitari, piuttosto che nei paesi esportatori di combustibili fossili. “Invece di mettere i gli sforzi in un aumento della produzione eolica per ottenere la leadership tecnologica e una maggiore competitività, i governi europei stanno tagliando il supporto alle fonti rinnovabili e aumentando il ricorso a combustibili costosi e spesso importati da paesi che sono lontani dalla nostra tradizione democratica. Si stanno dando la zappa sui piedi da soli.”