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Eolico UE: senza roadmap dettagliata gli Stati mancheranno gli obiettivi 2050

Eolico UE: senza roadmap dettagliata gli Stati mancheranno gli obiettivi 2050
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L’Europa deve installare 21 GW di nuova capacità di eolico ogni anno fino al 2030

(Rinnovabili.it) – L’Europa deve rimboccarsi le maniche per centrare gli obiettivi al 2050 sull’eolico. L’energia dal vento nel 2019 ha pesato per il 15% del totale dei consumi energetici del continente. Ma questa quota deve alzarsi significativamente se Bruxelles vuole raggiungere i suoi obiettivi climatici. La Commissione europea vuole che il 50% dell’energia elettrica sia fornita dalle turbine eoliche entro la metà del secolo.

E’ la fotografia scattata da WindEurope, l’associazione che rappresenta l’industria eolica europea, nel suo report annuale pubblicato oggi 16 ottobre. Un’immagine positiva, se si considera i risultati raggiunti finora. A livello UE, l’industria ha continuato a installare nuova capacità, collegando 5 GW alla rete nel primo semestre del 2020 nonostante la pandemia. E ci sono 14 miliardi di euro di investimenti in nuovi progetti pronti per essere avviati.

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Ma WindEurope sottolinea la necessità di uno scatto di reni per l’eolico. Sulla carta, i piani nazionali integrati per l’energia e il clima (PNIEC) europei aggiungono fino a 397 GW di energia eolica entro il 2030. Il doppio degli attuali 197 GW. Ciò dovrebbe soddisfare il 30% della domanda di energia dell’UE nel 2030. Ma per raggiungere questo obiettivo, l’Europa deve installare 21 GW di nuova capacità eolica ogni anno durante il prossimo decennio. Un aumento del 40% rispetto a quanto fatto finora (pre-Covid-19), cioè 12 GW per anno.

La ricetta secondo WindEurope? I paesi devono introdurre politiche precise e dettagliate per raggiungere le ambizioni contenute nei loro piani nazionali. “Il problema è che i PNIEC, in molti casi, mancano delle politiche dettagliate, delle misure e degli strumenti necessari per realizzare questa importante espansione dell’energia eolica”, ha affermato il CEO di WindEurope Giles Dickson.

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Mentre l’Europa nel complesso è sulla buona strada per quanto riguarda l’elettrificazione, l’associazione di categoria sottolinea che le aste hanno un’efficacia variabile, mentre le procedure per ottenere i permessi sono ancora farraginose. Un punto dolente. In base alla nuova direttiva UE sulle energie rinnovabili, gli Stati membri dovrebbero impiegare solo un massimo di due anni per autorizzare o negare nuove turbine e un anno per i progetti di repowering, dove le turbine sono sostituite da modelli più nuovi e più efficienti.

Il rapporto contiene anche una raccomandazione strategica. Bruxelles deve preservare e anzi rafforzare il controllo sulla filiera dell’eolico. La competitività a livello globale delle industrie europee rispetto ai competitor dipende proprio da questo punto. Sul suolo europeo è presente il 31% di tutti gli impianti di produzione di componenti eolici, e l’UE esprime il 30% della capacità eolica globale.

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