L'United States Department of Commerce si è ancora una volta pronunciato a favore delle imprese americane sostenendo che i produttori cinesi stiano ricevendo sussidi statali sleali
(Rinnovabili.it) – Dopo la battaglia del sole arriva quella del vento. La vittoria della Coalizione dei produttori americani di energia solare (CASM) sancita dalla deliberazione del Department of Commerce statunitense non è l’unico campo di scontro su cui si sta svolgendo la guerra fredda delle rinnovabili USA-Cina. Anche l’industria eolica stelle e strisce ha deciso di muoversi e presentare una formale denuncia, lo scorso dicembre, contro l’agguerrita concorrenza asiatica, richiedendo anche in questo caso l’imposizione di dazi compensativi su prodotti “made in China”.
E il Dipartimento si è pronunciato in questi giorni con una determinazione preliminare in cui afferma che Pechino stia sovvenzionando i suoi produttori di componenti eolici violando le norme internazionali in materia commerciale dell’OMC. La pregiudiziale comporta l’imposizione in via preliminare di sanzioni antidumping dal 13,74% – 26%, che verranno imposte alle utility cinesi Titan Wind Energy and CS Wind China. Un ulteriore pronunciamento del DoC, stavolta su tutto il comparto manifatturiero cinese e vietnamita, è atteso invece per il 26 luglio. Ma anche così, la sentenza rappresenta una vittoria per la Wind Tower Trade Coalition, un gruppo composto da quattro produttori di turbine statunitensi utility che a fine dicembre 2011 avevano presentato una serie di petizioni al Dipartimento e alla International Trade Commission. “Questo è un passo importante per rimediare ai danni provocati da un commercio sleale dell’export eolico”, ha commentato Alan H. Price della Wiley Rein, la società legale che rappresenta la coalizione. “Non vediamo l’ora di essere ulteriormente sollevati quando saranno annunciati i dazi antidumping.”