Il progetto di ricerca BRIO ha messo a punto un nuovo sistema per il riciclo delle pale eoliche che sfrutta la separazione meccanica di componenti
(Rinnovabili.it) – L’economia circolare ha un capitolo tutto suo nel settore delle energie rinnovabili. Capitolo in cui rientra ormai da tempo il riciclo fotovoltaico ma su cui finalmente sta accelerando anche l’eolico. A imprimere nuova velocità è il progetto BRIO, iniziativa di ricerca che ha messo a punto un nuovo sistema per il riciclo delle pale eoliche.
Recuperare i materiali compositi dei rotori non è semplicissimo. Gli elementi in vetroresina devono passare attraverso una procedura complicata prima di poter essere riutilizzati. Ciò comporta necessariamente la separazione del vetro dalla plastica, procedimento che si ottiene riscaldando il materiale per un lungo periodo a 600 gradi Celsius e che pertanto è ben lungi dall’essere redditizio – sia da un punto di vista economico che da quello prettamente energetico.
Il progetto, finanziato dal programma europeo LIFE+ e portato avanti da un consorzio di società ed enti di ricerca guidati da Iberdrola, potrebbe aver trovato l’alternativa. I partner lavoreranno insieme con l’obiettivo di riciclare le lame vecchie o più semplicemente danneggiate, recuperando i materiali utilizzati per la loro produzione, in modo che possano poi essere sfruttati come materie prime seconde in altri prodotti. Durante la dimostrazione della fase finale di BRIO (condotta su scala pilota), i partecipanti hanno avuto la possibilità di assistere ad un processo di riciclaggio meccanico che comporta la separazione automatica dei materiali con mezzi ottici e la loro successiva frantumazione per ottenere frazioni di fibre lunghe e miscele di fibre corte e materiali polimerici da reimpiegare in altri settori. Le prime possono essere impiegate per rinforzare il calcestruzzo, mentre le miscele, grazie alle proprietà isolanti delle plastiche utilizzate come core dei pannelli multistrato per l’edilizia.
Brio mira ad anticipare soluzioni valide per la corretta gestione di uno dei rifiuti di natura complessa oggi emergenti, ma anche a sviluppare raccomandazioni per i politici europei affinché la seconda vita dei parchi abbia una legislazione ad hoc nella normativa comunitaria al pari di quanto già accade con il riciclo del fotovoltaico.