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Addio agli incentivi cinesi per l’eolico onshore dal 2021

Il governo annuncia la data di interruzione del Feed-in-tariff per le wind farm a terra. I nuovi progetti dovranno competere con i prezzi dell’elettricità fossile

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L’eolico onshore cinese è pronto per la grid parity?

(Rinnovabili.it) – Stop a tutti i sussidi per l’eolico onshore in Cina dal 2021. La Repubblica popolare mostra di fare sul serio nel voler portare le energie rinnovabili a giocare sullo stesso campo delle fossili. E dopo le prime sforbiciate del 2018, sugli aiuti all’energia del vento cala la scure. La Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma (NDRC), l’agenzia di pianificazione statale della Cina, ha annunciato oggi il phaseout degli incentivi eolici per i progetti a terra.

Attualmente il Paese paga una tariffa relativamente elevata per kilowattora di elettricità prodotta dall’eolico onshore, ma l’adeguamento tariffario partirà già da quest’anno. Secondo quanto confermato dalla NDRC gli incentivi saranno prima ridotti a 0,29 yuan per kWh (circa 0,0420 dollari il kWh) nel 2020, per poi applicare la parità di prezzi con l’elettricità da carbone e gas a tutti i nuovi progetti a partire dal 1 gennaio 2021.

 

La mossa era stata già anticipata lo scorso anno quando il regolatore aveva promesso di fornire all’industria delle rinnovabili un maggiore supporto tecnologico e politico ma minori aiuti finanziari. Il mercato non sembra troppo spaventato visto il progressivo calo dei costi tecnologici e, anche senza incentivi, il settore può mantenere la sua redditività, soprattutto in regioni come il Guangdong, dove le tariffe medie tendono ad essere più elevate.

Gli esperti ritengono che a breve la stessa sorte toccherà anche il fotovoltaico. “Mi aspetto che (solare) segua probabilmente lo stesso percorso”, spiega alla Reuters Thomas Lapham, amministratore delegato di Asia Clean Capital, società che realizza in Cina progetti solari su tetto.

 

Le nuove misure seguono di poco l’annuncio dell’approvazione dei primi progetti eolici e solari senza incentivi, a cui il Governo darà la priorità di accesso alla rete rispetto i competitor incentivati. Una decisione basta sulla diretta osservazione dei costi di costruzione a livello nazionale: dal 2012 al 2017 la tecnologia solare ha fatto segnare un calo del 45%; nello stesso periodo l’eolico ha registrato un 20% in meno.