Fermi i progetti di espansione del parco eolico sulla foce del Tamigi. Il London Array minaccia l'avifauna e le società dicono stop all'avanzamento
(Rinnovabili.it) – Soffia un vento di sfida sul progetto eolico offshore più grande del mondo. Il London Array, la centrale costruita sulla foce del Tamigi, starebbe facendo strage di volativi e per questo è stato bloccato il progetto di espansione dell’impianto, che stava per ingrandirsi con l’istallazione di un nuovo GW di potenza.
Le società proprietarie della struttura Dong Energy, E.ON e di la società di energia rinnovabile Masdar di Abu Dhabi oggi hanno annunciato che non procederanno con la seconda fase del progetto a causa di un’attesa di tre anni prevista per la revisione della normativa sull’avifauna.
London Array ha chiesto al Crown Estate di recedere dal contratto di locazione l’area della Fase 2 e ha cancellato la capacità della rete residua che aveva riservato alla National Grid sub station di Cleve Hill, nel Kent.
Il direttore generale Mike O’Hare ha detto: “La Fase 2 è sempre stata soggetta alla “condizione Grampian” e il London Array deve dimostrare che qualsiasi cambiamento causato dalle turbine aggiuntive agli habitat della Gavia stellata che svernano in questa parte del Tamigi di non compromettere le caratteristiche ambientali della zona designata come Special Protection Area”.
Le società, pur riconoscendo l’importanza della tutela dell’avifauna hanno dichiarato di non poter aspettare fino al 2017 per ottenere i risultati delle indagini ambientali soprattutto perché al termine degli studi non è detto che sappiano garantire alle autorità i requisiti ritenuti necessari per poter procedere alla realizzazione dell’impianto.