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Eolico offshore galleggiante, in Europa 4 GW da sfruttare

Le turbine galleggianti lasciano i laboratori per entrare nella fase commerciale. Prevista per il 2020 una riduzione dei costi del 10%

 

Eolico offshore galleggiante, in Europa 4 GW da sfruttare

 

(Rinnovabili.it) – Possono essere istallate anche nelle acque profonde del mare aperto, lì dove i venti marini soffiano più forte, riducendo l’inquinamento visivo e creando minor intralcio alle rotte di navigazione. Sono le turbine eoliche flottanti, aerogeneratori realizzati su piattaforme mobili ancorate ai fondali senza il bisogno delle tradizionali fondamenta.

Dalla prima unità di eolico offshore galleggiante istallata in mare (la Blu H Technologies) a oggi sono passati ben nove anni, un lasso di tempo in cui la tecnologia europea ha fatto passi da gigante. A riassumerli è Giles Dickson, ceo di WindEurope (la lobby di produttori di energia dal vento europei) nel suo discorso d’apertura del Floating Offshore Wind Energy, a Marsiglia.

 

Il vantaggio che i paesi europei hanno conquistato negli anni in campo eolico, si vede oggi nei numeri. Oltre 300 MW di progetti d’eolico offshore galleggiante sono prossimi a raggiungere la commercializzazione a livello mondiale. Di questi, due terzi sono ad appannaggio di Scozia, Portogallo e Francia. I restanti 100 MW appartengono all’impianto sperimentale Fukushima Forward III, in Giappone. Ma se si confrontano le potenzialità sfruttabili, l’Europa detiene una leadership indiscussa con 4 GW da poter sfruttare. Per sancire il passaggio dal laboratorio al mercato, spiega Dickson, è necessario implementare progetti dimostrino agli investitori l’affidabilità della tecnologia.

 

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Secondo gli esperti i costi sono destinati a scendere con i prossimi volumi, soprattutto in Francia e nel Regno Unito. Entro il 2020, l’industria si aspetta una riduzione dei costi del 10% e una curva dell’LCOE in costante discesa fino al 2030, con tagli nell’ordine del 25%. “L’industria eolica offshore ha bisogno di istallare 4 GW l’anno nel decennio 2020-2030 affinché gli investimenti mantengano la piena competitività e l’UE riesca a raggiungere i suoi obiettivi 2030”, si legge nella keynote di Dickson. “E l’eolico offshore galleggiante può avere un ruolo in tutto questo”.

 

In questo contesto si inserisce il progetto europeo ROTOR, condotto da Nass & Wind Industrie e Ifremer. L’iniziativa mira a realizzare un modello innovativo di test per le turbine galleggianti in mare aperto. Entro la fine del 2017, i due partner, sostenuti dalla regione Britannia, confidano di aver messo a punto un modello di prova che permetta di testare, ottimizzare e certificare qualsiasi concept di eolico offshore galleggiante.