Nei prossimi quattro anni l'Europa aggiungerà alla rete elettrica quasi 350 MW di eolico galleggiante. ma il potenziale sfruttabile supera i 3000 GW
(Rinnovabili.it) – Dai laboratori alle profondità di mari e oceani: in Europa l‘eolico offshore galleggiante ha raggiunto un punto di svolta e si prepara a regalare al vecchio continente 348 MW di nuova potenza da qui al 2021. La nuova dimensione industriale del comparto è stata analizzata da vicino nel nuovo documento di Wind Europe (ex-EWEA) che, dal palco dell’Offshore Wind Energy 2017 di Londra, ha affrontato costi e prospettive commerciali per questa innovativa tecnologia di sfruttamento del vento. Innovativa perché, nonostante l’eolico offshore galleggiante abbia raggiunto la maturità ingegneristica, il mercato è ancora tutto all’inizio.
Rispetto agli aerogeneratori marini “tradizionali”, la mancanza di fondamenta (rimpiazzate da sistemi di ancoraggio) permette ai progettisti di realizzare impianti più potenti e spostarli lontano dalle coste, in acque profonde, dove i venti sono più forti e costanti. Che si traduce in un output energetico maggiore.
In altre parole, spiega WindEurope, si può migliore la capacità aumentando la produzione di elettricità e riducendo i costi, in prospettiva, del 10 per cento entro il 2020 e 25 per cento entro il 2030.
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“L’eolico galleggiante in mare aperto – ha commentato Ivan Pineda, Direttore per gli Affari Pubblici dell’associazione – non è più solo un esercizio di ricerca e sviluppo. La tecnologia è maturata rapidamente negli ultimi anni ed è ora pronta a essere pienamente commercializzata in progetti su scala utility”. In Europa, l’80 per cento di tutta la risorsa marina si trova in acque profonde oltre 60 metri E l’eolico offshore galleggiante possiede un potenziale da sfruttare di circa 4.000 GW. Nei prossimi quattro anni, il continente dovrebbe accendere ben 348 MW di eolico galleggiante, sommando insieme i progetti presentati in Portogallo, Regno Unito (88 MW sono solo scozzesi), Francia e Irlanda. Lo scoglio costo rimane alto ma agli esperti prevedono che le floating turbines ridurranno i prezzi del 38 per cento entro il 2050, seguendo la stessa traiettoria percorsa dall’eolico a terra e da quello marino con fondamenta.