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Cosa succederà all’eolico offshore in Europa?

Cosa succederà all'eolico offshore in Europa?
Foto di Mark König su Unsplash

L’analisi di S&P sull’eolico offshore in Europa

L’eolico offshore in Europa rappresenta oggi uno tra i più forti strumenti della transizione energetica del vecchio continente. Dal 2019 a oggi la pipeline dei progetti è quasi quadruplicata in termini di dimensioni. Allo stesso tempo, aste di capacità estremamente competitive hanno portato a bassi prezzi di esercizio per megawattora nei contratti per differenza (CfD). E nonostante le difficoltà del periodo, lo scorso anno sono stati installati 19,4 GW di nuova capacità eolica offshore nell’Unione europea e 14,8 GW nel Regno Unito. Una buona crescita con effetti diretti anche sulla produzione. Le turbine in mare ora offrono il 4% del mix elettrico europeo. Percentuale che sale 10%-24% in paesi come la Danimarca, il Regno Unito, il Paesi Bassi e il Belgio.

Ma cosa c’è da aspettarsi nel futuro? Alla domanda prova a rispondere S&P Global Ratings, pubblicando un nuovo Sustainability Insights dedicato all’eolico offshore europeo

Eolico offshore in Europa: Obiettivi ambiziosi, sforzi ridotti

Partiamo con alcuni dati sui progetti. La società prevede che le quote di potenza eolica aggiunte in mare continueranno ad aumentare sulla scia degli ambiziosi obiettivi politici impostati a lievello regionale. L’UE e il Regno Unito puntano a oltre 110 GW eolici entro il 2030, con target offshore che dovrebbero quadruplicare la capacità odierna. “Dubitiamo che determinati obiettivi politici saranno raggiunti, poiché i produttori di energia europei devono far fronte a crescenti costi di costruzione e finanziamento, nonché a lunghe procedure autorizzative”, spiega la società nel report. 

Una cosa è certa: l’eolico offshore europeo continuerà a espandersi rapidamente nel periodo 2025-2030. “Tuttavia, il gran numero di progetti pianificati e le dimensioni aggregate sostanziali suggeriscono una pressione sostenuta sulla filiera europea per la consegna tempestiva. Prezzi dell’energia più bassi e schemi di supporto meno solidi aumentano il rischio associato a tali investimenti”.

Gli investimenti nell’eolico offshore europeo

Nel complesso gli investimenti nel settore eolico offshore in Europa dovrebbero salire rapidamente, toccando i 270 miliardi di dollari complessivi nel periodo 2024-2030. Ossia più del doppio rispetto al periodo 2020-2023. E l’Europa probabilmente mostrerà la più alta crescita assoluta dei progetti nei prossimi cinque anni, insieme alla Cina. “Inoltre, crediamo che l’eolico offshore sarà una componente chiave dell’ambiziosa strategia europea sull’idrogeno verde, che punta a una produzione di 10 milioni di tonnellate all’anno entro il 2030”.

Secondo S&P i grandi operatori europei di energia eolica offshore come Orsted, Iberdrola, RWE ed EnBW sono ben posizionati per mantenere una fetta delle opportunità di investimento nel prossimo decennio. Le utility più piccole e vari investitori finanziari potrebbero aumentare progressivamente la partecipazione, ma gli analisti ritengono improbabile che guidino grandi progetti, dati i rischi di finanziamento.

“Nonostante una revisione strategica al ribasso delle sue ambizioni a lungo termine all’inizio del 2024, Orsted sembra destinata a rimanere il più forte produttore di energia eolica, insieme a RWE e SSE”. Secondo le stime di S&P, il costo livellato dell’elettricità (LCOE) in Europa potrebbe aumentare fino al 26% nei prossimi due anni, dopo un calo nell’ultimo decennio, a differenza dell’area Asia-Pacifico, dove i costi stanno ancora diminuendo.

Nel dettaglio per gli impianti commissionati nel 2024, il costo medio nominale per produrre elettricità è di circa 74 euro/MWh in media in Europa con turbine a fondamenta fisse. La società si aspetta che l’LCOE aumenti ulteriormente e che sia in media di circa 77 euro/MWh nel periodo 2024-2030 (più 26% rispetto alla media del 2020-2023). Si dovrebbe trattare di un allontanamento temporaneo dalla tendenza al calo dei costi delle energie rinnovabili, ma potrebbe portare a un rinvio degli investimenti per preservare la qualità del credito.

“Dopo il picco nei prezzi delle turbine eoliche segnalato dagli ordini effettuati negli ultimi due o tre anni, ci aspettiamo che il LCOE inizi a ridursi di nuovo dal 2027 o dal 2028”, scrive S&P Gloabal rating. Tuttavia, ciò potrebbe non comportare un netto miglioramento nelle metriche di redditività dei progetti, poiché anche i prezzi dell’energia elettrica si stanno riducendo. Inoltre, ci sono differenze sostanziali nell’LCOE tra i progetti, tra le altre cose a seconda dei fattori di carico”.

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