(Rinnovabili.it) – Ricorrere alle turbine eoliche galleggianti può risolvere molti dei problemi legati all’accettazione di tali impianti. Per la produzione di energia dal vento si possono infatti istallare turbine offshore dotate di fondamenta sottomarine, con ingenti costi e un impatto ambientale non trascurabile oppure scegliere di ancorare le turbine galleggianti a piattaforme con un impatto minore e costi minori per il posizionamento. Un nuovo studio dell’Energy Technologies Institute rivela che turbine galleggianti dal design innovativo sarebbero in grado di tagliare i costi dell’eolico in mare portandoli a 85 sterline per MWh. Sfruttando la tecnologia di ancoraggio denominata “tension leg” si potrebbe riuscire a ridurre drasticamente il costo dell’energia eolica offshore dalle circa £ 150/MWh attuali a £ 85/MWh verso la metà degli anni 2020.
E’ questo quanto diffuso dal nuovo documento intitolato Front End Engineering Design (FEED) effettuato per conto dell’Energy Technologies Institute (ETI) richiesto per valutare la fattibilità di un progetto per una piattaforma richiesta dalla società navale Glosten Associates. La società ha detto che il progetto potrebbe funzionare in acque profonde tra i 55 e i 1.200 metri di profondità e potrebbe operare in aree con velocità del vento superiori a 10 metri al secondo, garantendo che la turbina possa essere posizionata in modo da massimizzare la sua potenza.
William Hurley, project manager di Glosten Associates, ha detto che lo studio di fattibilità ha sottolineato alcuni risultati incoraggianti “il progetto presenta come un percorso pieno di opportunità molto promettente per l’industria, capace di raggiungere e superare gli obiettivi di costo per la fine del decennio e di effettuare una scelta commercialmente interessante”.
Tali dati potrebbero far accelerare i progetti del governo britannico, già intenzionato a supportare la crescita del settore eolico offshore per dare al paese un ruolo leader nella tecnologia in Europa e nel mondo, con benefici economici e ambientali più volte riconosciuti.
“Questo progetto ha dimostrato che, entro il 2030, l’energia eolica offshore potrebbe essere erogata a costi simili a quelli delle forme più a basso costo e a basso tenore di carbonio. Tale progetto ha già convalidato la nostra precedente ricerca sull’eolico off-shore, che ha mostrato che l’accesso alle zone ventose che sono ragionevolmente vicine alla costa si tradurrà in costi energetici molto competitivi” ha concluso Andrew Scott, direttore del programma per le energie rinnovabili off-shore all’ETI.