(Rinnovabili.it) – Per tagliare i costi dell’eolico offshore, si possono usare i droni. Sembra fantascienza, invece è un’idea su cui l’utility tedesca E.ON ci sta scommettendo forte, finanziando un progetto pilota nella speranza che i risultati possano incoraggiare ulteriori sviluppi. Oggi il gruppo ha annunciato una collaborazione con Ampyx Power, azienda attiva dal 2009 nello sviluppo di Airborne Systems Wind Energy, una tecnologia che utilizza i droni per la produzione di energia eolica.
Questi velivoli, infatti, possono rimanere in volo come aquiloni, con un andamento “ad otto” che sfrutta al meglio l’energia delle correnti di alta quota. La forza del vento li allontana dal fusto della turbina eolica, ma essendo attaccati ad un cavo che aziona una turbina, ne permettono lo svolgimento e il riavvolgimento costante. La tecnologia è ancora in fase embrionale, ma E.ON è fiduciosa e ci ha investito 3 milioni di euro: il suo vice presidente Frank Meyer dichiara che l’obiettivo dell’azienda è ridurre i costi dell’energia rinnovabile, e questa tecnologia ne «permette la produzione in luoghi in cui ad oggi non è economicamente e tecnicamente fattibile».
Entro il 2025 si attendono i primi sviluppi. Secondo il portavoce Markus Nitschke l’eolico con i droni, quando si arriverà alla fase di commercializzazione, questo sistema sarà più conveniente del tradizionale offshore, perché utilizza molto meno materiale ed è più facilmente riparabile. Le fondamenta e le torri per le turbine eoliche tradizionali, infatti, costituiscono circa il 30% del capitale necessario per installare queste apparecchiature in mare aperto. E più si installa al largo, più i costi crescono, sebbene l’aumento di vento porti ad una crescita di energia prodotta che poi compensa le maggiori spese.
Ma con i droni legati ai generatori tramite cavi lunghi 400 metri potrebbe essere possibile produrre ancora di più, dal momento che i velivoli possono sfruttare altezze a cui le correnti sono più costanti e forti. Il fattore di capacità, secondo le prove fatte da EON, è del 70%. I parchi eolici operativi attualmente, raggiungono appena il 50%. Sulla base di questi calcoli, si punta a dimezzare il costo dell’eolico offshore entro una decina d’anni.