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Eolico, no del governo all’impianto di Poggio Tre Vescovi

Da Roma arriva il “no” all’impianto eolico di Poggio Tre Vescovi: non sussistono possibilità di procedere alla sua realizzazione. E’ quanto ha decretato la Presidenza del Consiglio dei Ministri con una delibera in cui ha condiviso e fatte proprie le motivazioni con cui avevano già detto no al progetto la Regione Toscana e l’Emilia Romagna oltre che il Ministero per i Beni e le Attività Culturali nell’ambito della Conferenza dei Servizi svoltasi il 14 dicembre scorso.

Il progetto avrebbe previsto la realizzazione di un impianto eolico costituito da 36 aerogeneratori, di cui 14 in Emilia Romagna e il resto in Toscana, di potenza 3,4 MW ciascuno, per una potenza totale di 122,40MW, è stato ritenuto troppo impattante.

Con questo pronunciamento è stata dunque sciolta in modo definitivo la questione con la quale si era chiusa la Conferenza dei Servizi dove era emerso il dissenso fra le parti. Da un lato le Regioni Toscana ed Emilia Romagna, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la Provincia di Arezzo, vista anche la posizione critica espressa nel parere del Comune di Sestino, si erano dichiarate sfavorevoli al progetto e dall’altro le amministrazioni locali invece si erano dette favorevoli. La situazione aveva fatto sì che, come prevede la legge, la decisione a quel punto fosse rimandata a Roma. E Roma si è pronunciata.

La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha infatti fatto proprie – come si legge nella delibera –  le posizioni delle Regioni confermando che il progetto determina impatti rilevanti sul paesaggio, che l’impianto avrebbe impatti negativi significativi sulla flora, sulla vegetazione e sulla fauna e per questi non sono state individuate misure idonee di mitigazione e compensazione anche in considerazione della recente approvazione di un impianto eolico a pochi chilometri di distanza. Inoltre che il progetto può determinare impatti rilevanti anche sull’assetto idrogeologico dei terreni interessati, sia durante la fase di cantiere che a fine lavori. Ancora, che il progetto non ha efficacemente mostrato la sostenibilità ambientale ed economica delle scelte fatte e ha preso sommariamente in esame le modalità di dismissione e ripristino ambientale paesaggistico dell’opera.

 

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