Prosegue il dialogo con le comunità locali per il nuovo eolico marino galleggiante
(Rinnovabili.it) – Ai nastri di partenza il nuovo impianto eolico marino galleggiante della Puglia. Il progetto è frutto dell’intesa tra Falck Renewables e BlueFloat Energy ed oggi compie i primi passi burocratici. Le due società stanno, infatti, per depositare la documentazione necessaria all’avvio dell’istanza autorizzativa, per conto della società Odra Energia. E se non vi saranno intoppi, a regime la centrale dovrebbe fornire una nuova capacità verde di circa 1,3 GW.
Gli aerogeneratori offshore senza fondamenta hanno spalancato le porte ad una nuova era “rinnovabile” in Italia. I fondali del Mediterraneo non rappresentano, infatti, l’opzione migliore per le turbine classiche. Nella maggior parte dei litorali nazionali, la profondità delle acque cresce rapidamente man mano che ci si allontana dalla costa, redendo possibile solo impianti near-shore, ossia a ridosso delle spiagge. Questo fattore ha rallentato per parecchi anni lo sviluppo dell’eolico nelle acque italiane.
Eolico offshore a misura di territorio
Oggi però la tecnologia flottante, basata su piattaforme e sistemi di ancoraggio, regala una nuova chance anche al Belpaese. Chance di cui intende avvalersi la partnership paritetica creata tra Falck Renewables e BlueFloat. Ad inizio ottobre, le due realtà avevano depositato presso il MiTE la documentazione necessaria all’avvio di un primo progetto di eolico marino galleggiante. Parliamo di Kailia Energia, centrale offshore da 1,2 GW pianificata a largo di Brindisi. Oggi l’ambizione cresce con il nuovo progetto di Odra Energia al largo della costa meridionale della provincia di Lecce.
In questo caso la capacità massima installata sarà di circa 1,3 GW. La produzione annuale stimata pari a circa 4 TWh, equivalente al consumo di oltre un milione di utenze domestiche italiane. Evitando all’atmosfera di oltre due milioni di tonnellate di CO2. Anche in questo caso i proponenti hanno scelto la strada della consultazione preliminare o scoping. Si tratta di una fase facoltativa finalizzata a indirizzare al meglio i contenuti dello studio di impatto ambientale per la successiva procedura di VIA.
L’iniziativa offre un occhio di riguardo alle esigenze regionali. “Le forniture di beni e servizi per la realizzazione e manutenzione del parco eolico marino galleggiante coinvolgeranno in via prioritaria le aziende del territorio, con valorizzazione della manodopera locale e ampliamento delle competenze correlate alla sostenibilità energetica”. Inoltre stima che durante la fase di fabbricazione, assemblaggio e costruzione del parco saranno creati 1.500 posti di lavoro diretti. “Numero che potrebbe crescere fino a circa 4.000 nei periodi di massima necessità”, si legge nella nota stampa. “Dopo l’entrata in esercizio del parco, si stimano oltre 150 posti stabili per attività di manutenzione, di cui circa l’80% da risorse locali”.