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Eolico, il peso degli incentivi in bolletta è sempre più basso

Anev: Nelle previsioni del GSE fino al 2018 l’onere dell’eolico in bolletta scenderà di oltre 200 milioni di euro

Eolico, il peso degli incentivi in bolletta è sempre più basso

 

(Rinnovabili.it) – Il costo dell’incentivo eolico continuerà a calare nei prossimi anni. E quanto ci ricorda ancora una volta l’ANEV, commentando stavolta i dati riportati dal Gestore dei Servizi Elettrici (GSE) “Lo sviluppo dell’eolico in Italia: incentivi e risultati”. L’associazione di settore aveva già evidenziato, nello studio eLeMeNS sui costi e benefici, come il sistema sia pronto a ridurre gli oneri nella componente A3 della bolletta nei prossimi anni di 2 miliardi di euro. E ora anche il GSE conferma che il peso degli incentivi dovuti all’eolico diminuirà significativamente nel futuro a breve termine e lo farà anche a fronte della realizzazione dei nuovi impianti con le aste 2015/2020. Nel contatore di gennaio del GSE, è visibile che l’eolico incida per circa 1,52 miliardi di euro sul totale (5,77 mld) e come gran parte del costo indicativo dell’eolico ricada sui Certificati verdi, con un valore di 1,38 miliardi di euro; valore quest’ultimo destinato a decrescere già a partire dal 2015, per effetto del termine del periodo di incentivazione. Nel dettaglio è prevista per quest’anno l’uscita di 7 impianti per una potenza totale di 87 MW, per il periodo 2016 – 2020 l’uscita di 145 impianti per un totale di 1.934 MW e per il periodo 2023 – 2028 un totale di 448 impianti pari a 5.975 MW, ovvero la maggior parte degli impianti.

 

Il Gestore rivela anche che il maggior numero di iniziative è concentrato su impianti di piccola taglia, che hanno meno incidenza in termini di potenza e costo e che gran parte della potenza (circa 1 GW) e del costo indicativo (83,4 milioni di euro) è in graduatoria ma non ancora in esercizio. “I dati resi noti dal GSE – commenta l’ANEV – mettono inoltre in luce il fatto che per l’eolico la richiesta di partecipazione alle procedure d’asta è stata di molto più elevata rispetto alla effettiva disponibilità (eccetto che per il primo bando) e che una percentuale molto bassa di impianti sono entrati in esercizio rispetto agli aventi diritto (meno del 50% nel primo bando) per via dei termini molto estesi. Emerge un chiaro squilibrio tra la volontà degli investitori di voler sviluppare l’eolico in Italia e lo scarso impegno delle Istituzioni a voler favorire tale crescita rendendo disponibili adeguati contingenti di potenza”.