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L’incostituzionalità legislativa che blocca l’eolico in Campania

(Rinnovabili.it) – Una regione che ha ampie potenzialità di sviluppo del settore eolico, ma che viene da tempo penalizzata e ostacolata nel raggiungimento di questo obiettivo da una serie di leggi regionali. Succede in Campania, un territorio che potrebbe godere appieno dei benefici derivanti da un simile investimento, quali occupazione, crescita economica e vantaggi ambientali, e che invece si trova oggi a dover fare i conti con una serie di interventi che intendono penalizzare l’eolico. Stando a quanto diffuso dall’Associazione Nazionale Energia del Vento (ANEV), infatti, sarebbero 2 le Leggi Regionali che avrebbero avuto un iter poco “chiaro”. La prima, è la cosiddetta Legge Colasanto 11/2011 che, con l’introduzione del limite di 800 metri per la costruzione di nuovi aerogeneratori rispetto a quelli già esistenti, è entrata in conflitto con quanto stabilito nelle Linee Guida Nazionali (pubblicate in Gazzetta Ufficiale il 18 settembre 2012), per poi essere abrogata con la legge finanziaria regionale 2012 (Legge 1/2012) a decorrere dal 29 febbraio 2012. Una manovra sulla quale anche la Presidenza del consiglio dei Ministri ha sollevato la questione di illegittimità costituzionale. La seconda, invece, è la Legge Regionale del 21 maggio 13/2012 a sostegno della Castanicoltura, nella quale viene differita una legge che era stata abrogata (il termine fissato dal comma 15 del’articolo 52 della legge regionale 1/2012 “Disposizioni per la formazione del bilancio 2012 e pluriennale 2012-2014 della Regione Campania” è differito al 30 giugno 2012).

Come riportato nel parere dello Studio Sciumè&Associati, la Campania ha di fatto introdotto “un vero e proprio blocco allo sviluppo dell’eolico”, oltretutto con “una grave mancanza dello spirito di leale collaborazione istituzionale”. Rammaricato sulla vicenda il Presidente di ANEV, Simone Togni: «Iniziative di questo tipo penalizzano un settore, già fortemente provato dalla situazione di incertezza che la mancanza di Decreti Ministeriali – ha commentato – e comporta, in una delle Regioni italiane con le caratteristiche più idonee per lo sviluppo della tecnologia eolica, il grave rischio di perdita di posti di lavoro».

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