Entrambe le potenze si contendono la posizione da leader sul mercato mondiale dell’energia del vento. All'Europa va invece il titolo di regina indiscussa dell'off-shore
Il 2012 è stato essenzialmente un anno record per il comparto delle wind farm statunitensi, salvato all’ultimo minuto dall’estensione del credito d’imposta, mentre la Repubblica Popolare, fino a ieri regina del comparto – ha perso leggermente terreno secondo i dati elaborati dal GWEC. “Mentre la Cina si è fermata per riprendere fiato, sia il mercato degli Stati Uniti che quelli europei hanno avuto anni eccezionalmente forti”, ha spiegato Steve Sawyer, segretario generale del Consiglio. “L’Asia continua comunque a dominare i mercati globali, ma con il Nord America al secondo posto, e l’Europa che segue di poco”.
Sia il mercato cinese e che quello indiano ha rallentato un po’ nel 2012 – con le rispettive installazioni annuali fermatasi a 13,2 e 2,3 GW – a causa del comparto nel primo caso, e per motivi politici nel secondo. I mercati europei, guidati da Germania e Regno Unito, con il contributo sorprendente di quelli emergenti in Svezia, Romania, Italia e Polonia, hanno rappresentato il 12,4 GW di nuova capacità aggiunta l’anno scorso, un vero e proprio record che tuttavia non ha certezze future per il 2013, visto il difficile periodo economico. In compenso l’Europa continua a guidare il settore dell’eolico off-shore dove con ben 1.166 MW di nuova capacità istallata, detiene oltre il 90% della potenza mondiale aggiunta nel 2012 (1.293 MW).