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Eolico: i cinque scenari dell’AWEA

L’American Wind Energy Association ha delineato cinque possibili tendenze per l’industria eolica americana a partire dall’anno 2012

(Rinnovabili.it) – Tempo di resoconti, ma anche tempo di previsioni. L’anno appena iniziato si apre con il vento in poppa per l’industria eolica statunitense. L’American Wind Energy Association (AWEA), infatti, è convinta che il 2012 abbia in serbo grandi manovre per il settore, sia sulla scena politica che sul campo, con positive ripercussioni in termini di crescita e di aumento dell’occupazione. La chiave di volta è rappresentata di sicuro dalla Production Tax Credit (PTC) che, in vigore fino alla fine del 2011, potrebbe essere estesa anche all’anno 2012 per continuare a sostenere la crescita del settore. Cinque gli scenari delineati dall’associazione che negli Stati Uniti rappresenta gli interessi di oltre 2.500 compagnie attive a vari livelli nel comparto.

Si inizia con una fase di boom (primo scenario), tipica degli alti e dei bassi che hanno caratterizzato il settore: secondo l’AWEA, l’industria eolica americana potrebbe entrare in una fase di grande crescita, cosa però non del tutto positiva soprattuto per gli operatori che, dovendo fare i conti con questa alternanza, subiscono di fatto una scarsa e inefficace pianificazione. Il secondo scenario vede, invece, il comparto primeggiare nella parte Sud-Est degli Stati Uniti, un’area in cui l’eolico si è consolidato piuttosto bene. Un terzo scenario contempla poi il costo del carburante per l’eolico che, secondo l’AWEA si manterrà costante rispetto all’anno scorso, cioè a zero, come lo sono i consumi di acqua, l’inquinamento idrico e le emissioni nell’aria. Gli ultimi due scenari dell’AWEA rappresentano in verità 2 strade che il Paese potrà scegliere di intraprendere, entrambe legate alla PTC: se il Congresso accelererà le operazioni per estendere anche al 2012 la PCT, i benefici potrebbero essere enormi per tutto il comparto; viceversa, lasciar “scadere il mandato” della PCT con la fine del 2011 metterebbe a rischio quasi la metà dei posti di lavoro attualmente offerti dal settore (37.000).